La nostra associazione, che da oltre dieci anni si occupa della vicenda del Terzo valico dei Giovi, chiede ai sindaci dei Comuni interessati dai cantieri e dai siti di deposito dello smarino di esporsi in prima persona per tutelare la salute della popolazione.
Ci riferiamo alla vicenda del ricorso ad opponendum a fianco del ministero dell’Ambiente e dell’Arpa, l’unica strada percorribile per impedire l’annullamento delle nuove regole sul campionamento dell’amianto richiesto dal Cociv al Tar del Lazio, nonostante le attuali procedure abbiano margini di errore pari al 98% secondo i tecnici dell’Arpa.
Riteniamo, infatti, che di fronte a un pericolo grave come l’amianto i sindaci abbiano l’imprescindibile dovere di salvaguardare innanzitutto i propri cittadini, e questo al di là delle proprie posizioni a favore o contro la realizzazione del Terzo valico.
Stiamo parlando di timori sollevati dall’Arpa, l’ente preposto dalla Regione per la tutela ambientale, non da un’associazione di parte, per cui riteniamo che i sindaci debbano esercitare fino in fondo il compito che assegna loro la legge in tema di salute pubblica.
E per fare questo devono “metterci la faccia”, senza nascondersi dietro la presunta rappresentatività del territorio da parte della Provincia, e deliberare a favore del ricorso ad opponendum con una presa di posizione netta e determinata. Perché sulla salute non si può risparmiare, ma si devono ottenere tutte le garanzie necessarie a evitare qualsiasi rischio di contaminazione per chi vive su questo territorio.
Afa – Amici delle ferrovie e dell’Ambiente