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Sono 4 professionisti del crimine quelli che hanno segregato in banca 10 persone a Castelnuovo Scrivia


Giuseppe Abate entrato per primo in banca a volto scoperto.

Quattro professioni siciliani, esperti del crimine che arrivano nel nord Italia, rimangono un paio di giorni (hanno dormito una notte nella zona), mettono a segno una rapina e poi ritornano a casa.

Questi sono, secondo gli inquirenti, i profili dei quattro autori, secondo l’accusa, della rapina messa a segno il 24 luglio scorso alla Banca Regionale Europea in via Solferino a Castelnuovo Scrivia che ha fruttato 84 mila euro. Una rapina lunghissima durata oltre mezz’ora messa a segno con solo un taglierino con il sequestro di 10 persone tra clienti e dipendenti della banca.

Tre di loro sono stati arrestati all’alba di stamattina, in Sicilia, direttamente nelle loro abitazioni, mentre al quarto, già in carcere, è stato notificato il nuovo mandato di custodia cautelare.

Le manette sono scattate ai polsi di Antonino Della Vita 49 anni catanese, del fratello Nunzio Della Vita, 56 anni   catanese, di Antonino Corio 34 anni anche lui di Catania e di Giuseppe Abate, 29 anni di Messina.

I particolari dell’indagine effettuata grazie a sofisticati sistemi elettronici computerizzati sono stati illustrati durante una conferenza stampa che si è svolta presso il Comando provinciale dei carabinieri di Alessandria, poco dopo mezzogiorno.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del Sostituto Procuratore Letizia Aloisio, sono state condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, ed hanno consentito di individuare in quattro catanesi, con specifici pregiudizi di polizia, gli autori di un episodio criminale perfettamente studiato, ed eseguito con notevole sangue freddo.

 

LA RAPINA


Antonino Corio, entra in banca con occhiali e parucca

Il 24 luglio scorso, infatti, mentre un complice rimaneva all’esterno, con funzioni di “palo”, tre rapinatori, il primo a volto scoperto (Giuseppe Abate), il secondo con una parrucca e occhiali da sole (Antonino Corio) e il terzo con una calza da donna e cappellino (Nunzio Della Vita), si introducevano, alle ore 15.40 circa, all’interno della filiale della Banca Regionale Europea e, con la minaccia di un taglierino, privavano dei cellulari personali tutti gli impiegati e clienti presenti, costringendoli all’interno dell’ufficio della direttrice, attendendo poi, per diversi minuti, l’apertura della cassaforte temporizzata, finché, intorno alle ore 16.10, uscivano dall’istituto con la somma contante di 84 mila euro, dandosi quindi alla fuga con una autovettura che, ritrovata alcune ore dopo, risultava asportata in Tortona nella stessa mattinata.

Durante la rapina i tre uomini comunicavano costantemente con il quarto complice, per mezzo di telefono cellulare, chiamandolo “collega”, mentre fra di loro, all’interno della banca, si appellavano rispettivamente “collega 1”, “collega 2” e “collega 3”, dando l’idea di una struttura gerarchicamente organizzata.

I quattro esercitavano sulle vittime dell’azione criminale una fortissima pressione psicologica: infatti, per eliminare sul nascere ogni possibile reazione, i tre soggetti comunicavano telefonicamente al complice rimasto all’esterno della filiale i dati anagrafici della direttrice, spargendo in tal modo il panico fra dipendenti e clienti presenti.

Inoltre, il “quarto uomo” (Antonino Della Vita) interloquiva tramite cellulare con la responsabile dell’istituto ed un impiegato, ordinando loro di “collaborare” perché ne conosceva perfettamente i dati personali, facendo così temere anche la possibilità di successive ritorsioni, qualora i malcapitati non fossero stati sufficientemente accondiscendenti.

 

LE INDAGINI

Nunzio Della Vita entra in banca con cappellino e calza sul volto

Grazie ai sofisticati sistemi elettronici ed in particola alle comparazioni antropometriche i carabinieri sono riusciti a dare un volto ai rapinatori combinando i dati delle immagini con quelli delle persone della banca dati delle forze di polizia e da qui hanno preso il via le classiche e tradizionali indagini effettuate con intercettazioni telefoniche ed altro.

Non è stato facile, perché le 4 schede telefoniche utilizzate per la rapina erano intestate ad un cittadino di nazionalità indiana inesistente ed erano staate acquisatte a Roma.

Alla fine, però, i banditi, presunti rapinatori, sono stati individuati ed arrestati dai Carabinieri.

10 dicembre 2015

Antonino Della Vita, il complice all’esterno con la panda rubata

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