Oggi come nel 1753 l’opera di Goldoni non sembra aver sofferto il passare del tempo e nella moderna trasposizione scenica di Gianstefano Miraglia e degli attori della compagnia “Il Carro di Tespi”, i personaggi continuano a far ridere ma anche a far riflettere . Se la morale dell’opera sembra concentrarsi in un monito ad uso degli uomini troppo sensibili alla civetteria delle donne, la caparbia determinazione della bella ed impertinente protagonista, vera antesignana dell’emancipazione femminile, a rimanere comunque padrona del proprio destino, rivela la benevola simpatia del grande commediografo veneziano per la sua Mirandolina, come pure l’intento di rinnovare il genere teatrale prestando attenzione al dibattito sulle classi sociali e sull’ascesa della borghesia tipiche dell’Illuminismo, ancora più significativo, forse, proprio perché riferito a personaggi dalla caratterizzazione quotidiana e reale ed a una protagonista che è la quintessenza delle contraddizioni, del fascino e dell’intelligenza femminili.
Giulia COLLA 2^AR Amministrazione, Finanza e Marketing
20 dicembre 2015