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Chiamparino: “per la Regione Piemonte il 2015 é stato positivo”


Nel corso del 2015, primo anno interamente vissuto al governo della Regione Piemonte, abbiamo ottenuto risultati più che soddisfacenti in tutti i campi”: è positivo il bilancio tracciato dal presidente Sergio Chiamparino nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno tenuta il 30 dicembre con gli assessori della sua Giunta.

E’ stato un anno – ha ricordato Chiamparino – sviluppatosi in un contesto di segnali incoraggianti di ripresa economica in tutti i campi, a cominciare dal turismo, che ha acquisito una forza propulsiva che va sostenuta ed accompagnata. In Giunta è prevalso molto lo spirito di squadra, che ha facilitato la gestione delle attività. Un ringraziamento sincero anche al Consiglio regionale, che nell’ovvia dialettica tra maggioranza ed opposizione ha accompagnato le scelte della Giunta, in qualche caso migliorandole con grande rispetto dei ruoli istituzionali”.

La prima peculiarità dell’attività amministrativa è stata la sistemazione dei conti della Regione: “Abbiamo trovato i conti in una situazione disastrosa e finalmente siamo riusciti ad approvare un bilancio vero e trasparente, che consentirà di attuare i punti programmatici poggiando su basi stabili e non sulle sabbie mobili. Tutto ciò senza incidere significativamente sul sociale, sulla cultura e sui trasporti, sistemi che vanno comunque riformati, e stanziando i cofinanziamenti necessari per l’avvio della nuova stagione dei fondi europei e le risorse per le Province. La pressione fiscale non aumenta, ed i ritocchi effettuati al bollo auto consentono comunque al Piemonte di essere di gran lunga la Regione che incoraggia i sistemi di propulsione puliti. Significativa anche l’opera di razionalizzazione delle società partecipate, con la speranza che nel 2016 diventi possibile per il CSI una soluzione di politica industriale che aumenti la presenza dei privati”.

Altro elemento di soddisfazione è stata la sanità. “Abbiamo messo mano ad una situazione non governata – ha puntualizzato il presidente – e l’abbiamo cambiata anticipando alcune indicazioni del Patto nazionale per la salute, come le modalità di scelta dei direttori delle aziende sanitarie ed ospedaliere, il riordino della rete ospedaliera e territoriale per migliorare la qualità del servizio, l’approvazione dei conti consuntivi 2012, 2013 e 2014. Il nostro obiettivo è uscire dal piano di rientro, che avverrà nei prossimi mesi dopo il via libera ai consuntivi 2015, e poter così disporre liberamente delle risorse stando nei limiti delle attribuzioni del Fondo sanitario nazionale. Potremo anche riprendere a finanziare i cosiddetti extraLea con la sanità”.

In questo ambito non va dimenticato “l’avvio di un piano di edilizia sanitaria di grande respiro, volano per investimenti diretti ed altri per la ricerca medica, come il Parco della Salute di Torino, che con la linea 2 della metropolitana costituirà per l’area torinese il più grande investimento dei prossimi anni, la Città della Salute di Novara, il completamento dell’ospedale di Verduno, i presidi della Valle Belbo e Venaria, gli accordi per i nuovi ospedali dell’Asl TO5 e del VCO”.

Per favorire lo sviluppo e la coesione sociale “sono state deliberate tutte le misure possibili per consentire di investire in Piemonte. In totale ci sono 300 milioni spendibili nei prossimi mesi. Si tratta però di capire a chi chiedere di promuovere i progetti di attrazione con gli investitori internazionali: dovrebbe farlo il Ceip, ma se non ce la fa ci rivolgeremo ad un’agenzia privata”.

Chiamparino non ha però nascosto di provare “angoscia per le famiglie che a inizio 2016, con la fine della cassa in deroga, non avranno più lavoro e reddito”. Sono 30.000 i lavoratori che il prossimo anno perderanno gli ammortizzatori sociali. “Per 3.000 di essi – ha dichiarato l’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero – sono previste ad inizio gennaio politiche di accompagnamento al reinserimento lavorativo che prevedono lo stanziamento di 6 milioni di euro per sostenerli durante il periodo di formazione”. In tutto i fondi destinati alla soluzione di questo problema ammontano a 65 milioni, che consentiranno di venire incontro a circa 10.000 persone. “Si tratta – ha chiosato il presidente – del massimo sforzo che possiamo compiere come sistema locale”.

Ufficio Stampa Regione Piemonte 


30 dicembre 2015

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