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Trasparenza e sicurezza? Forse Tortona dovrebbe imparare da Novi Ligure…..

Annamaria Agosti


Egregio Direttore,

Riconoscere che un problema esiste ne rappresenta già una mezza soluzione. Saper chiedere aiuto per fronteggiarlo, essendo consapevoli che le proprie forze, da sole, possano risultare insufficienti, ne diventa indice di attenzione, premura e concretezza nell’affrontarlo. Saper ammettere – poi – che nonostante l’impegno profuso la situazione che si è riusciti a garantire non sia stata ottimale, ma consapevolmente si è dato il meglio di sé e di quanto si potesse fare in quel frangente, rappresenta una responsabile presa di coscienza, esercizio praticato oramai da pochi.

L’uomo che ha fatto del suo meglio, e che è consapevole di aver fatto del suo meglio, ha avuto successo, anche se il mondo può scrivere di lui che è un fallito.
(BC Forbes, giornalista e scrittore scozzese fondatore della rivista Forbes)

Il lungo preambolo che la Polizia Municipale di Novi Ligure ha prodotto nel comunicato stampa pubblicato all’indomani della fiera di Santa Caterina, nella parte riguardante il “presidio della legalità in termini di commercio su aree pubbliche”, ricalca alla perfezione questo pensiero.

Una azione congiunta ed interforze, che ha coinvolto la Polizia Ferroviaria per il controllo dei treni provenienti da Genova, tramite i quali “sono arrivate numerose persone dedite alla vendita abusiva su aree pubbliche”, la Polizia Municipale novese che, oltre alle attività di controllo della circolazione stradale, si adoperava altresì per sedare risse, soccorrere cittadini in difficoltà ed era anche impegnata nel tentativo di contrastare/impedire la vendita abusiva su area pubblica nel centro storico, una attività definita dagli stessi estensori del comunicato “veramente impegnativa vista la sproporzione numerica delle forze in campo”, nonostante il supporto ricevuto dalla compagnia carabinieri di Novi Ligure, con l’ausilio di pattuglie di propri militari. Non si sarebbe potuto fare di più, ma si è fatto in ogni modo possibile con i mezzi a disposizione. Anche se non è bastato.

Spesso sono stata impietosa nei confronti di Novi Ligure per la vicenda Ospedale. Ma in questo caso mi sento di spezzare una lancia a favore della gestione di questa situazione, e della comunicazione ai cittadini che è stata diffusa. Si è ammesso che non bastato, e ci si è esposti al pubblico giudizio per quello che è stato possibile fare. Un modello di lealtà e trasparenza nei confronti la cittadinanza.

Così come riconoscere che quanto si è fatto possa non bastare, qualora invece si sbagli, si sottovalutino le situazioni o peggio ancora si ignorino, non si riescano a gestire o si minimizzino problemi che rischiano di deflagrare per la loro complessità intrinseca, ecco, in questi casi ammettere l’errore dovrebbe essere un dovere, anziché prediligere il nascondere la polvere sotto il tappeto. Le persone sono più credibili, se sanno riconoscere di aver sbagliato. E diventano assolutamente vincenti nel momento in cui sono capaci di ammettere “Finora abbiamo sbagliato, ne prendiamo atto e da oggi inizieremo ad applicare questi correttivi”, senza quella presunzione di infallibilità che filtra in maniera sempre più tangibile ed opprimente, sgusciando tra reiterati ed ostinati silenzi.

A guadagnarne, oltre la maggiore credibilità dell’intero sistema, sarebbero proprio coloro che, invece, arroccandosi in queste posizioni, si ritrovano perennemente esposti ad una impietosa pioggia di critiche anche quando hanno ragione.

Annamaria Agosti


24 novembre 2015

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