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Domenica a Tortona a si inaugura la mostra “Sette vite come le comete”


Gaspare Sicula

Gaspare Sicula in arte Feliscatus, si sa, ama i gatti, tantissimi suoi quadri raffigurano questi felini e in molti diversi aspetti, alcuni anche metafisici, per cui non c’é da stupirsi se il numero sette (come le vite dei gatti) ricorre nelle sue opere.

“Sette vite come le comete” é il titolo della nuova mostra dell’artista tortonese che si inaugura domenica 15 novembre alle 17 presso la 11DREAMS Art Gallery in via Rinarolo, 11/c a Tortona. La mostra rimarrà aperta fino al 29 novembre col seguente orario:  dal martedì alla domenica 16 – 19

“Può darsi – dice gasapre Sicula – che non sia lo studio analitico e retrospettivo dell’insieme la strada giusta per arrivare a capire le relazioni numeriche e cromatiche di questo gruppo, neanche tanto elevato, si può dire esiguo, di dipinti, sette per la precisione, pure di dimensioni piuttosto contenute, la cui palese somiglianza, tra essi esistente, potrebbe portare un occhio sbrigativo a una ripetuta unità. Dipinti, ora in esposizione, che hanno per elementi principali un tratto di mare e delle viti in esso conficcate. Comunque sia, quest’analisi non costa nulla cominciare a farla, verificando così se da qualche parte conduce. Per prima cosa bisogna cercare di capire se una vite di metallo è in grado di galleggiare nell’acqua; questo prima di tutto, e poi procedere. Nella realtà certamente no: un oggetto di metallo che non abbia del vuoto all’interno non galleggia, e non esistono magia, proprietà paranormali o ascesi che possano permetterlo, dare la convinzione che ciò possa avvenire, corrispondere a una qualche verità, seppure non probabile, credibile e possibile; esistono leggi fisiche e matematiche che invece possono smascherare e rendere nulle credenze fasulle e imposture.”

Però nell’arte sì, tutto è possibile. Sicuramente, in special modo, in pittura, dove ogni immagine sta sospesa, a volte in bilico con una notevole dose di instabilità, tra due spessori: il pensiero creativo, materialmente inconsistente, e lo spessore del corpo della pittura, quasi; ancor meno “di spessore”, quest’ultimo, quando lo strato pittorico più che di pasta di colore è fatto di liquide velature trasparenti.

Sono sette le viti primarie, una per ogni gruppo (e sette le vite di gatti che furono), chiamate in causa. Ognuna di esse ha un colore diverso da un dipinto all’altro, ogni colore, appunto per questa differenza, con una lunghezza d’onda sua propria.

La numerazione dei gruppi, indicativa anche del dipinto, inerente cioè al posto che questo nell’insieme occupa, non corrisponde alla normale successione numerica da uno a sette, bensì ad una personale, non casuale ma calcolata scelta di posizione dei gruppi e dell’ordine degli elementi che compongono ognuno di essi, una scelta doppia e concorde, felina e d’artista.

Sono sette dipinti su tele di piccole dimensioni ricavate da una tela più grande su cui negli anni novanta avevo abbozzato, con poca convinzione e poca voglia, una composizione di frutti e drappi. I quadri sono appunto sette, realizzati nel 2002, tutti più o meno della stessa misura.

In ogni dipinto ci sono sette viti, ognuna delle viti ha sulla testa un teschio felino ed è avvitata, per un terzo circa, nell’acqua del mare. Ogni tela è divisa in due spazi principali; il colore è grigio nella zona superiore, grigio-azzurro in quella inferiore, ceruleo nella striscia visibile della superficie dell’acqua che separa lo spazio che sta sopra da quello che sta sott’acqua.

Sette viti per ogni quadro per sette quadri: quarantanove (questo numero non simboleggia alcunché) viti e altrettanti crani felini.

Ciascun quadro ha una vite il cui colore la mette in evidenza rispetto alle rimanenti sei monocromatiche bruno Van Dyck o terra d’ombra, il teschio, essendo d’osso, è più chiaro. Il colore e la posizione della vite che si differenzia dalle altre cambiano di dipinto in dipinto.

Il primo quadro si chiama Sette vite VII e la vite colorata d’indaco occupa la posizione terza, a partire da sinistra, nella fila di tutte e sette.

Il secondo si chiama Sette vite V, la vite colorata di arancio è la seconda.

Nel terzo dipinto, Sette vite I, al sesto posto c’è la vite rossa.

Il nome della quarta tela è Sette vite VI, in questa, la vite blu è la quinta.

È la volta della quarta vite (nella sequenza virtuale di quelle colorate), è verde e si trova nel quinto dipinto che si chiama Sette vite II.

Il sesto quadro è Sette vite IV, qui il colore della vite che si trova nella settima e ultima posizione è viola.

Infine, è la volta del colore giallo, che occupa, con la sua vite, la posizione numero uno nel settimo dipinto dal titolo Sette vite III.

14 novembre 2015

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