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C’era una volta Tortona: Ecco dove nel 1908 fu costruito l’ospedale che fu


 

Un’immagine di Porta Serravalle (un tempo Porta Santo Stefano, oggi Piazza Roma) risalente al 1889, da una foto di Castellani, con studio in Alessandria. Tra il Borgo di San Bernardino e l’imbocco della Via Emilia c’erano, allora, distese di campi e orti, interrotte solo dalla manciata di case al Groppo,
La strada, poi, era fiancheggiata dalla roggia – scoperta – proveniente dal Maghisello. Presso Porta Serravalle, prima di iniziare il percorso sotterraneo, su una sponda della roggia si apriva una sorta di scivolo, la cosiddetta ‘bocca della lavanderia’, dove le lavandaie facevano il bucato. Ormai non c’era più traccia né dell’antica porta Serravalle, demolita nel 1854, nè delle fortificazioni che un tempo proteggevano la città.
All’angolo della Via Emilia (oggi entrato pr onto soccorso) si staccava, verso la collina, la strada per Vho, che costeggiando i rustici del vecchio ospedale, raggiungeva la cappella della Madonna della Salve, quindi, risaliva la collina per la strada che oggi porta al “San Giuseppe”. Sulla collina del Castello, spoglia e scoscesa, emergevano la palazzina del tiro a segno, inaugurata proprio in quell’anno (poi colonia solare – il cosiddetto ‘voltone’ di oggi’) e qua e là resti delle fortificazioni. In primo piano si stendeva una spianata molto irregolare che, tuttavia, era stata in qualche modo livellata alcuni anni prima. Era quanto ancora restava dell’antica fossa dei bastioni, detta anche ‘i bagnamenti’.
Nel corso dell’Ottocento “scomparvero specialmente le lagune d’acqua immonde e fetide, stagnanti nelle fosse delle sue vecchie fortificazioni che circondavano la città, e sostituivansi invece amene passeggiate ed allee, al suo intorno…”, è scritto su un documento del 1845. Tuttavia a Porta Serravalle esistevano ancora estesi avvallamenti dove durante l’inverno si raccoglievano le acque piovane o si accumulava la neve e si formavano spessi lastroni di ghiaccio che poi veniva utilizzato per alimentare le ghiacciaie della città, soprattutto dei caffè, dei ristoranti e delle macellerie. Tale fossa aveva una lunghezza di circa 200 metri, una larghezza di 50 metri, mentre il fondo variava da un metro a due metri di profondità.
Qui d’inverno si davano appuntamento anche i ragazzi di Tortona per fare lo sdrucciolo sul ghiaccio. Ed è qui che il 25 gennaio 1876 si consumò una drammatica vicenda che sarebbe poi stata ricordata a lungo. Quel giorno una parte della superficie – per uno spessore di dieci centimetri – era ghiacciata, e una parte allo stato liquido, essendo già stato asportato il ghiaccio.
“Alcuni ragazzi, come sempre, si trastullavano a fare lo sdrucciolo sulla superficie ghiacciata – si legge su una relazione. Ma, ad un tratto, il ghiaccio si ruppe, in vicinanza della sponda, e Porta Alessandro, Casorati Umberto e Persi Eugenio vi sprofondarono e furono travolti dai frantumi di ghiaccio e sommersi dalle acque”.
Iniziò da quel momento una lunga, coraggiosa e drammatica opera di salvataggio, prima per l’intervento di Damiano Francesco (42 anni, guardia daziaria), poi di Raimondi Antonio (34 anni, macellaio): questi, dimostrando un coraggio ed un altruismo commoventi, si gettò vestito nelle acque gelide e riuscì a porre in salvo due ragazzi, e quando anche il terzo stava per essere soccorso, per un evento imprevedibile, i due furono sommersi dalla acque. Il Raimondi, dopo inauditi sforzi, riuscì ancora ad afferrare il Persi, ma quando questi fu portato a riva era ormai privo di vita. Il Raimondi fu poi insignito di medaglia d’argento al Valor Civile. La Cappella della Madonna della Salve, ai piedi della salita del Castello, ricorderebbe il duplice salvataggio compiuto nel 1876
Quell’area, molto estesa, fu poi donata dal Comune alla Congregazione di Carità e nel 1907/8, grazie al lascito Mirabello, fu costruito l’attuale ospedale. In precedenza l’ospedale era affacciato sulla Contrada di Loreto (poi Via Sada).
E il futuro di questa area? Con una firma si cancellerà tutto? Vigiliamo e teniamo bene gli occhi aperti, cari Tortonesi. Il nemico è sempre alla porta. In agguato…

Armando Bergaglio

8 novembre 2015


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