Dare più forza ai Comuni, che siano piccoli o grandi, vuol dire restituire dignità e rispetto per i Cittadini, in termini di servizi, garanzie e senso di appartenenza alla propria comunità. E’ per questo semplice e saldo principio che in Anci stiamo ponendo grande attenzione alla riforma di tale organo istituzionale che , non dimentichiamolo, ha fatto la nostra storia: il Municipio.
L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), infatti, è un motore per le riforme che portano in primo piano il territorio e la sua essenza amministrativa, che è il Comune.
Proponiamo, anche alla luce della situazione di incertezza generata dallo svuotamento amministrativo delle Provincie, di potenziare concretamente le funzioni dei Comuni, incentivando la loro cooperazione attraverso l’istituzione delle Unioni o aggregazioni in bacini omogenei, semplificando le normative e istituendo un supporto economico finanziario fruibile direttamente ad imprese e cittadini. In generale rendere l’amministrazione dei territori efficiente, superando le criticità che rendono oggi la maggior parte dei Comuni inadeguati a rispondere alle esigenze prioritarie e sempre più pressanti del territorio.
Nel seminario del 25 scorso a Roma, alla presenza di membri del Governo (sottosegretario Luciano Rizzetti e sottosegretario Giancarlo Bressa) e di autorevoli costituzionalisti (prof. Luciano Vandelli e prof. Guido Meloni) la Commissione che presiedo ha illustrato le proposte più immediate:
richiesta di sospensiva dell’obbligatorietà del termine del 31/12 per le Unioni dei Comuni, in quanto la riforma necessita di una più complessiva valutazione ed è volta ad impostare un percorso più ampio e organico di riforma, investendo le autonomie locali della responsabilità di individuare, in ciascuna area vasta ed entro pochi mesi, i bacini adeguati e omogenei per caratteristiche morfologiche e socio economiche. Quei bacini diventerebbero così le nuove Unioni di Comuni e potrebbero scegliere in autonomia se gestire le funzioni in modo associato oppure, ove ricorrano le condizioni, avviare anche percorsi di fusione. Ma solo ove ricorrano le condizioni e ci sia una precisa e condivisa volontà.
Siamo convinti che incentivare la cooperazione fra tutti i Comuni costituisca la via migliore per riorganizzare in termini più efficienti l’intero sistema.
L’obbligatorietà delle gestioni associate, con criteri che non tengono conto delle realtà territoriali e solo per i piccoli Comuni, non sarebbe efficace e anzi produrrebbe effetti contrari a quelli sperati.
Il disegno che proponiamo dovrebbe prevedere, dunque, per favorire le Unioni nei bacini omogenei, un passaggio di semplificazione e un programma di incentivi di tipo economico finanziario, nonché un successivo confronto sulle modalità di gestione associata delle funzioni, in modo da renderle il più possibile utili all’amministrazione efficiente dei territori.
Comunque, la Commissione prosegue il lavoro di confronto e di proposta, anche nella nostra provincia organizzeremo a breve, nel mese di gennaio e febbraio 2016, delle iniziative istituzionali che coinvolgano i Sindaci dell’intera comunità.
Giovanni Barosini – Presidente Commissione ‘Politiche istituzionali e riforme’ Anci
29 novembre 2015