Il ‘grazie dei campi’ si è svolto nella parrocchia dei “SS. Pietro e Paolo” di Castelnuovo Scrivia, un momento di aggregazione che ha visto centinaia di imprenditori agricoli provenienti da ogni parte della provincia ritrovarsi per ringraziare il Signore per il raccolto ricevuto e per quello auspicato nei mesi futuri.
Presenti autorità civili e militari e i vertici della Coldiretti alessandrina, il presidente Roberto Paravidino e il direttore Simone Moroni accompagnati dai componenti della Giunta, e il presidente regionale Coldiretti Piemonte Delia Revelli che ha condiviso quest’importante occasione di riflessione sui problemi che il mondo rurale sta affrontando con determinazione e fermezza.
Quest’anno il tema che unisce tutte le feste del Ringraziamento a livello nazionale, deciso dalla Commissione Episcopale, è “Il suolo, bene comune” perché “il suolo ha una valenza insostituibile in ordine alla produzione di cibo, ma anche per la tutela della biodiversità e per la mitigazione del mutamento climatico…”
E proprio da queste considerazioni è partito mons. Ivo Piccinini, consigliere ecclesiastico provinciale Coldiretti, durante l’omelia: “Dobbiamo avere cura del suolo perché tutti beviamo la stessa acqua e abitiamo lo stesso luogo. Dobbiamo essere degli ospiti riconoscenti, garantire la biodiversità. Abbiamo inferto colpi mortali per l’uso improprio del suolo, basti pensare al cemento selvaggio o alla terra dei fuochi, errori che non si devono più ripetere perchè Terra è uguale cibo, bene di tutti”.
Custodire la fertilità del suolo, prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, arginare il fenomeno del land grabbing, ossia l’accaparramento di terra da parte dei soggetti con maggior disponibilità economica, garantire il diritto di accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali: sono le sfide in atto per favorire un ritorno alla terra, in particolare dei giovani, un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti da una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi, contribuendo a quella diversificazione dell’agricoltura che abbraccia forme di agricoltura sociale e civica, che introducono la “reciprocità” nell’agire economico.
“Coldiretti ha una progettualità ben precisa, una traiettoria per il futuro, il nostro impegno a difesa del vero Made in Italy, per garantire redditività alle aziende mettendo al centro la persona: molti di voi hanno presoparte alle nostre mobilitazioni e, in questi giorni, al presidio per difendere il comparto lattiero caseario. – ha affermato il presidente regionale Delia Revelli – L’agricoltura può offrire molto in questo contesto economico non facile, tutti quanti insieme dobbiamo però continuare a ricercare con il sistema aziendale artigianale, commerciale e industriale contratti di filiera dove ciascuno abbia un ruolo normato e remunerato con il giusto beneficio, garantendo sicura rintracciabilità e valore al prodotto che ne deriva”.
“Puntando sulla multifunzionalità, la nostra agricoltura dovrà essere in grado di dare luogo a produzioni congiunte, con nuovi modelli di sviluppo, capaci di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. – ha aggiunto il direttore della Coldiretti provinciale Simone Moroni – E’ fondamentale che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide sempre più complesse del tempo presente. In questo tempo di crisi, un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola dei giovani, che sentono questo lavoro come una “vocazione”, che dona loro dignità e piena valorizzazione”.
Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare a produrre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future.
Perché, come ricorda il Papa Francesco, “chi non vive per servire non serve per vivere” .
Consapevoli che nelle situazioni di stallo i problemi non si risolvono vivendo la nostalgia del passato, quanto, piuttosto, proiettandosi, con l’audacia dei “sognatori” biblici in una sorta di nostalgia del futuro, la sfida storica in quest’era di globalizzazione, consisterà allora nel trovare un’articolazione del locale nel mondiale: fare in modo che si possa ritrovare un luogo di identità dove la persona riacquisti i propri diritti, ritrovi unità familiare e solidarietà sia in campo economico, sociale che rurale.
A partire dalla cosiddetta sovranità alimentare e dal primario diritto al cibo, rafforzando il ruolo dei coltivatori, incoraggiando i mercati locali e regionali, denunciando le politiche monopolistiche delle grandi industrie agro-alimentari e promuovendo il benessere della famiglia rurale.
Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli che, come ha ricordato mons. Ivo Piccinini, consigliere ecclesiastico della federazione alessandrina, “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento”.
La giornata è proseguita a Casalnoceto a “Cascina Cabella”, con un momento conviviale durante il quale è stata consegnata a Vanda Borreani, imprenditrice nel settore zootecnico della zona di Acqui Terme, un “Agripremio”: una targa, simbolo di riconoscenza e gratitudine per il suo impegno come custode del territorio.
17 novembre 2015