Forse chi non è abituato a viaggiare o frequentare i parchi di divertimento, sarà rimasto entusiasta nel visitare l’Expo di Milano ma chi è avvezzo ai viaggi e soprattutto alle giornate trascorse a Disneyland avrà provato un senso di delusione.
Il paragone con i grandi parchi della Disney di Orlando e Parigi, infatti, non solo è improponibile ma addirittura blasfemo. Semmai possiamo paragonare l’Expo ai parchi minori, come Gardaland che, comunque è decisamente superiore all’Expo.
Parliamo di parchi di divertimento perché è l’unico similare all’Expo per tipologia, anche se parliamo di due strutture completamente diverse. A Gardaland, infatti ci si diverte e si fanno volentieri le code, all’Expo no.
Lo spettacolo che da solo vale (quasi) il prezzo del biglietto è quello serale su piazzale dell’Albero della vita: un gioco di luci e fontane luminose che non bisogna assolutamente perdere con l’acqua che viene utilizzata come schermo e sulla quale si proiettano immagini.
Ma andiamo con ordine a raccontarvi una giornata intensa spiegandovi ciò che vale la pena di vedere all’Expo, in queste ultime tre settimane di apertura.
Allora: biglietti acquistati usi internet a 34 euro, idem per il parcheggio, noi abbiamo scelto, e suggeriamo caldamente quello di Rho Fiera, vicino all’Expo (10 minuti a piedi dall’ingresso).
Abbiamo scelto un qualsiasi giorno feriale e siamo arrivati verso le 9,15 quindi tre quarti d’ora rima per evitare la coda all’ingresso che alla fine sarà solo di 10 minuti.
Prima di visitare l’Expo abbiamo raccolto qualche impressione da chi c’è già stato: i padiglioni più gettonati sono: Giappone, Italia, Brasile, Austria, ed altri minori. Visto che il Giappone si trova dall’altro ingresso decidiamo di fiondarci subito in quel del Brasile, che è il più vicino e il più diverso da tutti. E malgrado fossimo i primi incontriamo già una coda di 10 minuti. Il padiglione in sé stesso non ha nulla: solo una grande gabbia con una rete sospesa a diversi metri da terra con sotto delle piante e si deve camminare su questa rete.
Esperienza curiosa e interessante fatta con le scarpe: si fa fatica a reggersi in piedi e i tacchi si incastrano a volte nelle maglie.
Usciamo soddisfatti ben sapendo che raggiungere gli altri padiglioni e mettersi in coda specie a quelli di Italia e Giappone è pressoché impossibile ci sono code di tre ore e noi ci siamo prefissati di dedicare alle code 15-20 minuti al massimo e non di più. Cosi camminando lentamente andiamo a visitare tutti i padiglioni che corrispondono a questi requisiti.
Riusciamo ad entrare in quello della Malaysia, anche questo abbastanza rinomato ed è una delusione: c’è la ricostruzione (in plastica) della foresta; con immagini, luci e tanto altro. Sembra di essere nelle code delle attrazioni di Disneyland, peccato che alla fine del percorso l’attrazione non ci sia, ma questa è l’attrazione
Andiamo avanti così fino alla pausa pranzo che facciamo in uno dei tantissimi ristoranti.
Expo 2015 è dedicato al cibo ed i ristoranti non mancano, anzi, si mangia dappertutto. I prezzi sono ovviamente un po’ cari anche per il cibo italiano, ma non in tutti: in alcuni la pasta è a 8 euro le grigliate di verdure 4,5 euro. Insomma accessibili. Questo almeno nel ristorante B2 tra il Belgio e il Vietnam.
Il pomeriggio ricominciamo entrando in quelli che a nostro avviso sono alcuni tra i migliori padiglioni che abbiamo visto: l’Oman cioè l’ultimo padiglione in fondo all’Expo dove si possono osservare momenti della vita degli arabi; lo steso dicasi per quello del Turkmenistan.
Fino alle 19 riusciamo entrare in moltissimi padiglioni: tutti in quelli del cacao, del riso e del caffè dove vengono oggetti di artigiano e a parte un paio dove abbiamo visto persone in costumi tipici, fra ci una che tosta il caffè, tutti non sono un granché.
Delusione anche i padiglioni di Cina (una grande spiazzo con candele illuminate con colori diversi e null’altro), Irlanda (grandi schermi e nulla più), Spagna (una strana con piatti al pavimento pareti e soffitto illuminati).
Poco prima delle 19 passiamo davanti al padiglione dell’Austria, praticamente non c’è coda e decidiamo di entrare: ci troviamo in bosco in miniatura (vero) con piante reali e non ricostruite e un sentiero che ci passa in mezzo. Bello? Non male ma è come passeggiare in un bosco solo che siamo dentro all’Expo. Vale due ore di coda? No.
Alla fine abbiamo visitato una trentina di Padiglioni tra grandi e piccoli, ma niente di particolare. Ci ha incuriosito quello del Belgio: invece che i prodotti alimentari presentano i gioielli realizzati ad Anversa. Mah…
Finalmente arriva l’unica cosa per la quale vale la pena andare all’Expo: lo spettacolo di luci, acqua, fontane luminose. 15 minuti di suprema bellezza. L’unica cosa da vedere di straordinario all’expo per cui valga la pena a mettersi in coda.
BILANCIO FINALE
La risposta è semplice: siamo andati all’Expo perché è una cosa unica che dura lo spazio di 6 mesi e poi non ci sarà più. Lo abbiamo fatto spinti dalla curiosità e perché di trovava a Milano cioè a nemmeno un’ora di strada.
Fatta questa premessa il biglietto è caro rispetto allo “spettacolo” che viene proposto: molti padiglione sembrano grossi scatoloni, diversi allestiti in maniera frettolosa e dozzinale.
Di certo ci aspettavamo molto di più. Per vedere dei filmanti e documentari sulle varie azioni nazioni sarebbe stato sufficiente collegarsi ad internet.
Ci aspettavamo qualcosa di diverso. Il tema non è stato così sviluppato come si sarebbe potuto fare, diciamo che più che più che “nutrire il pianeta” nutrono i visitatori e a caro prezzo. L’albero della vita che non verrà smantellato non ci è parso così straordinario, così come palazzo Italia.
Alcuni stand a livello architettonico sono singolari, come quello della Bielorussia e del Vietnam, alcuni anche all’interno fra quelli che abbiamo visitato.
Considerato che si tratta di un’occasione unica al mondo, sì, vale la pena, magari anche col biglietto serale, ma se non fosse una struttura temporanea e dovessimo scegliere tra l’Expo e un qualsiasi parco divertimenti in Italia, non avrei dubbi: Gardaland o altri sono molto meglio.
6 ottobre 2015