“Una cosa è la normale e contenuta pausa caffè effettuata all’interno delle strutture comunali, altra cosa una non giustificata uscita per recarsi in pubblici locali.”
Con queste e molte altre frasi la lista civica “Siamo Tortona” va in difesa dell’assessore al Personale Vittoria Colacino in merito alle accuse scatenate dai dipendenti del Comune di Tortona che a quanto pare difendono il diritto di recarsi al bar in orario d’ufficio per bere il caffè quando al secondo piano del municipio c’è un locale appositamente dedicato con numerosi distributori di bevande calde, caffè, bibite, snack dolci e salati.
“La lista civica SiAmo Tortona – recita una nota – desidera ribadire la posizione della propria lista, in piena condivisione con l’Assessore Vittoria Colacino, in merito all’assoluta necessità di procedere al miglioramento dell’efficienza della macchina comunale ed alla riorganizzazione del complesso apparato burocratico, rispetto a cui le note vicende della “pausa caffè” e delle ricadute sui dipendenti delle verifiche effettuate dal MEF costituiscono elementi secondari.
In questo periodo di profonda crisi economica ed occupazionale vi deve essere una forte presa di coscienza da parte dei dipendenti comunali, che hanno un posto fisso ed uno stipendio non elevato ma garantito, dell’importanza del loro servizio per favorire tutte le attività che dipendono dalla pubblica amministrazione, adoperandosi per snellire la burocrazia ed i tempi di evasione delle pratiche, in modo da agevolare, per quanto di competenza, le richieste e le esigenze sia dei cittadini sia delle attività economiche. Solo in questo modo si potrà far crescere la città ed assicurare opportunità di lavoro per i suoi residenti in generale e per le giovani generazioni in particolare.”
”In questo senso – aggiunge al nota – è indirizzata l’attività dell’Assessore Colacino, mirata a valorizzare le sane professionalità presenti all’interno della struttura comunale e ad isolare e stigmatizzare comportamenti anomali. Per entrare nel merito della polemica nata attorno alla “pausa caffè”, è evidente che non è stato posto in essere alcun atteggiamento antisindacale o tantomeno persecutorio, perché è chiaro che una cosa è una normale e contenuta pausa caffè effettuata all’interno delle strutture comunali, altra cosa una non giustificata uscita per recarsi in pubblici locali. Non si tratta di proibire momenti di convivialità e pausa, ma di rimarcare il fatto che non sia accettabile l’abuso di condotte al di fuori dei limiti del normale buon senso”
29 ottobre 2015