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Allarme frodi, l’esempio virtuoso del Progetto Grano della provincia di Alessandria, percorso di qualità

Roberto Paradivino

Roberto Paradivino

E’ un numero importante, che fa riflettere, quello riferito ai sequestri di farina, pane e pasta adulterati o contraffatti: raggiunto il valore record di 65,6 milioni di euro nel 2014.

Il dato emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell’attività svolta dai carabinieri dei Nas in riferimento all’operazione Autunno 2015 dei carabinieri dei Nas e delle stazioni dell’Arma che hanno eseguito, in ambito nazionale, ispezioni presso panifici e laboratori di panificazione per verificare il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie per la preparazione, somministrazione e vendita del pane e prodotti affini.

“Con la crisi aumentano i rischi di frodi che riguardano anche i prodotti più comuni della tavola con il pane che alimenta un fiorente business molto pericoloso per la salute. Il consiglio è quello di rivolgersi a rivenditori autorizzati, meglio ancora se in grado di garantire l’origine della farina. – afferma il presidente della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino – Ne è un esempio il “progetto grano” di Alessandria che ha come scopo principale il miglioramento della filiera stimolando il dialogo tra produttori e stoccatori. Un marchio che è il risultato dell’impegno profuso da tutti gli attori della filiera della produzione di frumento tenero della provincia di Alessandria, la prima produttrice di grano in Italia: le farine ottenute dalla macinazione di frumento tenero servono per la preparazione di pane comune, lingue di suocera, biscotti e focacce”.

Un modo per contrastare i troppi prodotti che arrivano dall’estero con scarsa, o nulla, rintracciabilità a prezzi ‘inspiegabilmente’ troppo bassi, procurando danni ingenti alla cerealicoltura e, più in generale, al mondo agricolo.

Ecco perché è necessario ripartire dal territorio seguendo il discorso di filiera dove la qualità deve fare la differenza, dove l’azienda si possa sentire tutelata dalle speculazioni di mercato, alleata con tutti quei soggetti che credono in un’agricoltura fatta di qualità e trasparenza.

L’Italia si colloca tra i maggiori consumatori di pane nel mondo anche se gli acquisti si sono ridotti in misura rilevante nel corso degli ultimi decenni.

Il consumo di pane, infatti, è sceso nel 2014 al record negativo di circa 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno (o due rosette piccole) a persona.

Il “Grano di Alessandria” è un marchio di qualità che si occupa dello sviluppo, della realizzazione e promozione di prodotti derivati dalla farina del frumento coltivato esclusivamente nella provincia alessandrina. Più che un marchio, è quindi un vero e proprio percorso di qualità, che vuol dare il giusto riconoscimento a chi da sempre lavora per garantire gli elevati standard sia della materia prima, la farina, sia dei prodotti da forno che si acquistano ogni giorno.

“La garanzia di rintracciabilità assume contorni ancora più importanti nell’ambito della filiera corta se pensiamo che più della metà del pane venduto in Italia è ottenuto con grano proveniente da altri Paesi, anche extracomunitari, dove è possibile utilizzare prodotti vietati in Europa che mettono a rischio la salute. – ha aggiunto il direttore della Coldiretti alessandrina Simone Moroni – Per questo è importante estendere l’attività di controllo ed è necessario, a garanzia dei consumatori e dei produttori, accrescere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate in tutti gli alimenti, a partire proprio dal pane e dalla pasta”.

Una battaglia che va combattuta insieme per contrastare una omologazione globale del gusto, per difendere la qualità e la tipologia dei prodotti.

7 ottobre 2015

 

 

 

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