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Novi, Alfare contesta la Farmacia comunale


Ribadiamo che una farmacia comunale ha un senso solo nelle località in cui non intervenga il privato a realizzarne una, e che lo scopo principale della privatizzazione della Comunale è di dare un servizio più efficiente agli utenti della zona nonchè dotare la città di una farmacia in più in grado di competere con le altre. Durante la Commissione Bilancio del 13 luglio è emerso in tutta evidenza come il Comune di Novi ligure non possa e non debba fare il farmacista. Ne riassumiamo i motivi principali. – I vincoli giuridico-normativi a cui la gestione è sottoposta, ne rendono l’attività burocraticamente ingessata e non in grado di competere con le farmacie private, né in termini di servizio, né di utile di esercizio. -Il contratto di lavoro del personale, dipendente comunale, prevede trentasei ore di lavoro settimanali con problemi a svolgere attività al sabato, problemi con gli straordinari ( il Comune ha difficoltà a retribuirli, anche per i limiti legislativi imposti), problemi con le ferie; inoltre la stessa normativa non consente ulteriori assunzioni neppure, come qualcuno ha ipotizzato, di un “manager” che sovrintenda a tutta la gestione dall’organizzazione generale, alla scelta di tipo, qualità e quantità di prodotti e servizi, fino all’ atto finale della vendita ( figura manageriale che , in una farmacia, meglio non può essere rappresentata che da un farmacista proprietario ,che oltretutto rischia in proprio). Per contro a Novi vi sono farmacie private che fanno orario continuato dalle 8 alle 19.30. -Il Comune, in caso di vendita a privati, non saprebbe come ricollocare il personale dipendente in relazione alle specifiche competenze professionali. Le caratteristiche di siffatta organizzazione sono bene sintetizzate dall’obbiezione mossaci su La Stampa dal sindaco Muliere “Alfare non dice o non sa che i dipendenti comunali hanno vincoli con l’amministrazione legati a ferie, straordinari e altro. Le dimensioni del fatturato sono su questi vincoli”. Il che significa che, con questo tipo di organizzazione, la farmacia più di tanto non può dare. Ci pare la rappresentazione di un’azienda commerciale ( perché azienda commerciale una farmacia è, pur con le sue peculiarità ) di un paese dell’ Est Europa prima della caduta del muro. Il Revisore dei conti della Comunale ( Revisore di circa 150 farmacie in provincia, persona ben informata e di lunga esperienza) ha dichiarato che: 1) l’incasso della Comunale è dovuto al 50 % da farmaci mutuabili ed al 50% da vendita di altri prodotti e servizi; 2) nelle farmacie, che producono maggiori utili, tale rapporto è, invece, almeno del 40 % da farmaci mutuabili e 60% da vendita di altri prodotti e servizi ( questo ci porta a ritenere che molti prodotti non siano forniti in dotazione alla Comunale e l’utente si rivolga ad altre farmacie della città caratterizzate da maggior assortimento ed aggressività commerciale); 3) la zona che gravita attorno alla Comunale, dal punto di vista commerciale, è la migliore di Novi , favorita anche dalla distanza da altre farmacie; 4) oggi il valore della Farmacia si aggira su 1.500.000 euro ( a fine 2.005 il valore stimato era di 1.988.000, con una perdita quindi di circa 500.000 euro). Il Revisore ha confermato in sostanza tutto quanto da noi precedentemente asserito e pubblicato. L’utile netto della Comunale varia, nell’ultimo quinquennio, dal 1 al 2.3 % dell’incasso annuo di euro 1.000.000 circa. Se rapportato al valore stimato di euro 1.500.000 la Comunale ha reso nell’ultimo quinquennio dallo 0.75 % al 1.6% all’anno del capitale in essa investito dal Comune, il quale a sua volta paga interessi sul debito ad un tasso annuale di oltre il 4 %. Questo è uno dei modi con cui la cattiva gestione ( ideologica) del denaro dei cittadini da parte del Comune ha contribuito ad impoverire la società, per avere oltretutto un servizio inferiore. Nella logica della lotta allo spreco del denaro pubblico, da noi più volte invocata, la giunta Muliere faccia una scelta netta ed esca definitivamente dalla proprietà della Comunale, non si faccia condizionare da chi fa appello a ragioni di natura ideologica,sentimentale e nostalgica. Diversamente i numeri le si rivolteranno contro e non è più tempo di scherzare quando si deve rendere conto al cittadino di come vengono utilizzati i suoi soldi In conclusione in un’ impresa commerciale, il privato arriva prima e meglio: “ la lepre corre più veloce del cane” perche la lepre corre in proprio , mentre il cane per conto terzi. Se poi “ i terzi” sono rappresentati dai cittadini ,che sull’azienda in questione non hanno alcuna possibilità di gestione e di controllo reali, la situazione si aggrava ulteriormente ed il cane corre ancora più piano del solito.

Alfare – Novi Ligure


8 settembre 2015

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