Egregio Direttore,
Dopo aver letto l’articolo “Il Tar boccia il ricorso dei privati, per l’ospedale di Tortona è l’inizio della fine” esprimo alcune osservazioni emerse da tale pronunzia.
Appare singolare, perlomeno curioso come, rigettando il ricorso dei privati contro la delibera 1-600 di riorganizzazione della rete ospedaliera, con tale bocciatura il Tribunale Amministrativo vada ad evidenziare una questione dirimente: non è il numero delle prestazioni a garantire ai pazienti la qualità del servizio.
Quindi il TAR dà ragione all’operato di Saitta e Chiamparino riconoscendo alla Regione il diritto-dovere a programmare autonomamente la sanità piemontese, ma, a ben vedere, nel contempo scardina completamente l’impianto stesso della riforma ospedaliera, basato sul Patto per la Salute!
La delibera sul riordino della rete ospedaliera nasce in applicazione del Patto per la Salute, che definisce una gerarchia degli ospedali basati su Dea II livello (Hub), Dea I livello (Spoke), ospedali di base con Pronto Soccorso (Tortona è attualmente inquadrato tra questi) ed ospedali di area disagiata. Tale classificazione viene effettuata sulla base di parametri oggettivi come i bacini di utenza e volumi delle prestazioni.
Ci è stato detto in più occasioni che questa classificazione avrebbe garantito maggiore sicurezza e migliori livello di servizio ai pazienti.
Ora, il TAR, con questa pronunzia, ha stabilito che non è il numero di prestazioni a garantire la qualità del servizio.
Il Patto per la Salute, e relativo regolamento attuativo, sono leggi dello Stato.
Il TAR, con questa pronunzia, disattende quindi i dettami di una legge dello Stato?
12 settembre 2015