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Nel Tortonese i tumori maligni aumentati del 65% negli ultimi 10 anni. E se ci fosse un nesso coi rifiuti nelle cave? L’allarme dei No-Tav


La cava castello armellino

L’anno scorso durante un convegno con diversi medici a Sale furono diffusi dati preoccupanti sull’aumento dei casi di patologie gravi nella zona del Tortonese che mettevano in risalto  tra il 2004 e il 2010, aumento dei tumori maligni del colon (+60,9% uomini e +60,6% donne), e del polmone ( +72,1% uomini e +70,6% donne).
I dati segnalavano anche una crescita anche il tumore alla mammella.
“Siamo proprio sicuri che non vi sia una relazione tra questi incrementi e il fatto che la zona sia inquinata e in alcune cave del tortonese siano stati interrati veleni di ogni genere? – dice Daniela Cauli dei No Tav – Chi ci garantisce che non vi sia un nesso? Qual è lo stato delle falde nelle zone a ridosso delle cave sotto sequestro, in zone peraltro dove si coltiva, perché lo ricordiamo a fianco delle cave si svolge la nomale attività agricola di coltivazione dei terreni.”

Daniela Cauli

“Le cave coinvolte nel tortonese –aggiunge Daniela Cauli – sono già numerose: Castello Armellino (era destinata al deposito di 1.300.000 metri cubi di smarino e schiumogeni degli scavi tav) sotto sequestro per ritrovamento idrocarburi e vari altri inquinanti in grandi quantità; Cava Vidori e cava area recupero in strada vecchia per
Sale (tutte e due di Ruberto indagato nella vicenda); Cascina Aliprandina (tra Tortona e Castelnuovo), dove operò la ditta Gandini che fece anche una bonifica con materiali inquinati; Cava Viscarda, a Sale, di proprietà dei Franzosi.I nomi delle ditte coinvolte in questa indagine (ancora in corso) rientrano anche nella partita del Terzo Valico, come ditte che movimentano terra o che forniscono mezzi e /o servizi per i lavori del Terzo Valico. Una ditta dei Ruberto è anche proprietaria della cava Montemerla, quella all’Oasi, destinata al deposito di 2.200.000 metri cubi di smarino proveniente dai cantieri in Val Lemme, posta in area esondabile, allagata lo scorso autunno in occasione dell’alluvione, e non ancora uscita di scena nonostante tutto. Ormai però le cave (e il traffico di rifiuti) ci preoccupano tutte, per questo abbiamo chiesto lo stop immediato alle attività di conferimento in cava e controlli capillari. Lo stop al traffico di camion che trasportano i materiali di scavo del Terzo Valico, ghiotta occasione per svolgere le attività illecite di cui sopra.”

16 agosto 2015

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