La vicenda aveva inizio nel pomeriggio del 4 agosto quando alla centrale operativa dei Carabinieri scattava l’allarme perché c’era stata una rapina all’interno di un’agenzia di viaggi di via Vochieri. Sul posto si recava subito una pattuglia per raccogliere le prime informazioni sul fatto e la descrizione dei malviventi che venivano fornite a tutte le altre pattuglie presenti in città per le ricerche.
Sul posto si recavano anche i militari del Nucleo Operativo della Compagnia e del Nucleo Investigativo per i rilievi all’interno dell’esercizio commerciale. Veniva così ricostruito che la donna, dipendente dell’agenzia di viaggi, aveva lavorato nel locale già dalla mattina e riferiva ai militari intervenuti che verso le 14.30 erano entrati due uomini di colore per chiedere informazioni sui voli aerei per Tenerife.
Diceva poi che uno dei due la afferrava per i polsi e la spingeva nel bagno del locale dove la chiudeva dentro, sentendo poi dei rumori come se stessero rovistando nel locale. Sentito che non c’era più nessuno nel locale, forzava la porta del bagno e usciva verificando che i due, a suo dire, avevano sottratto la somma di 3000 euro, ovvero l’incasso della giornata, e un computer di proprietà del titolare. La donna chiamava così il fidanzato che si trovava nelle vicinanze per lavoro, il quale si recava su posto e richiedeva l’intervento dei Carabinieri. La vicenda è sembrata subito molto strana ai militari per una serie di incongruenze nei racconti della donna che inizialmente aveva parlato di due nordafricani e non di due uomini di colore e perché era sembrato strano che la donna fosse riuscita a liberarsi con troppa facilità dal bagno ove era stata rinchiusa. Inoltre, la avevano rinchiusa senza farsi indicare dove fossero i soldi e c’erano alcune discordanze sugli orari che riferiva la 25enne.
La ragazza veniva così accompagnata in caserma dove presentava la denuncia per la rapina subita, ma veniva subito dopo messa alle strette contestandole le incongruenze rilevate e informandola che dai filmati acquisiti dalle telecamere della Camera di Commercio, che si trova proprio di fronte all’agenzia di viaggi, non si vedeva nessun uomo di colore entrare nel locale. A quel punto la donna scoppiava in lacrime, confessando di avere simulato la rapina perché la sera prima aveva perso il denaro dell’incasso, ovvero i 3000 euro, e non sapeva come restituirli al titolare, decidendo di denunciare una finta rapina in modo da non subire conseguenze sul posto di lavoro.
Confessava di avere buttato il computer portatile all’interno di un cassonetto della spazzatura, accompagnando i militari sul posto che lo ritrovavano e lo sequestravano. Inoltre, veniva anche eseguita la perquisizione della sua abitazione, che condivide con il fidanzato, all’interno della quale venivano trovati una pianta di marijuana alta circa un metro, 14 grammi di hashish e due bilancini di precisione, motivo per i quali venivano entrambi denunciati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e la sola donna per la simulazione di reato.
6 agosto 2015