I Carabinieri della Stazione di San Giuliano Vecchio hanno denunciato a vario titolo per violenza privata, simulazione di reato, procurato allarme e calunnia quattro persone, un cittadino tunisino di 31 anni, e tre cittadine italiane di 35, 39 e 40 anni, tutte pluripregiudicate. Il 21 giugno alle 19.00 circa venivano inviate in via Gandolfi alcune pattuglie perché era stata segnalata un’aggressione. Ad attendere i militari c’erano le tre donne le quali dicevano ai militari di essere state aggredite da un tunisino, di cui fornivano il nome, che si era rifugiato in un alloggio. Una di loro, la 35enne, mostrava delle ferite da taglio al braccio e al petto a suo dire causate dal tunisino, mentre le altre donne lamentavano delle percosse sempre procurate dal tunisino. Intanto chiamava il 112 un tunisino 39enne il quale riferiva invece di essere stato aggredito in via Gandolfi da tre donne da due uomini, questi ultimi nordafricani, i quali avevano tentato di sfondare la porta di casa sua nel tentativo di fargli del male.
Ovviamente i due fatti erano collegati e iniziavano a quel punto le attività di indagine condotte in particolare dai militari di San Giuliano intervenuti che permettevano di accertare che il 39enne che veniva aggredito dalle cinque persone era stato in realtà oggetto di una spedizione punitiva perché circa due mesi prima aveva denunciato il 31enne tunisino che lo aveva accoltellato alla gola.
Tale aggressione era finalizzata a convincerlo a ritrattare la sua denuncia cosa che gli veniva esplicitamente indicata da parte del 31enne, che lo minacciava di morte qualora non avesse ritirato la denuncia. Inoltre, dalle testimonianze acquisite sul posto, veniva accertato che, una volta uscita dal palazzo del tunisino 39enne, una delle tre donne, la 35enne, trovava un piatto nel cortile, lo spaccava e con i cocci si tagliava leggermente il braccio e il petto per accusare poi il 39enne di aggressione.
Si accertava anche che la 35enne è in realtà la convivente del tunisino 31enne che due mesi prima aveva accoltellato alla gola il 39enne e che anche il 31enne, insieme un altro nordafricano, aveva partecipato alla spedizione punitiva, allontanandosi prima dell’arrivo delle pattuglie. Al termine delle indagini e di tutti gli accertamenti svolti, venivano denunciati tutti e quattro per violenza privata in quanto con violenza e minaccia volevano costringere il 39enne tunisino a ritrattare la sua denuncia per l’aggressione subita mesi prima, mentre le tre donne venivano denunciate per simulazione di reato in quanto avevano simulato le lesioni nei confronti della 35enne che si era fatta curare al pronto soccorso per le ferite riportate a suo dire dal 39enne tunisino, ma che in effetti si era procurata da sola per poi accusarlo di lesioni e costringerlo a ritrattare la denuncia nei confronti del suo convivente 31enne.
Venivano anche denunciate per procurato allarme perché, telefonando al 112 e comunicando un pericolo inesistente, avevano dirottato sul posto ben tre pattuglie dei carabinieri che erano state così distolte dagli altri compiti istituzionali, mentre la sola 35enne veniva denunciata anche per calunnia perché sul referto medico stilato in ospedale a suo favore riferiva della violenza da parte di una persona che invece sapeva essere innocente.
13 luglio 2015