“Il polverone mediatico che si sta creando intorno al divieto di utilizzare il latte in polvere per i prodotti lattierocaseari rischia di innescare preoccupanti allarmismi, tutti a svantaggio del made in italy agroalimentare“: con queste parole il presidente nazionale Cia Dino Scanavino commenta la vicenda della lettera con cui la commissione UE ha richiamato l’Italia a correggere la legge n.138 del 1974, che vieta l’utilizzo del latte in polvere nel nostro paese. “Il latte in polvere non può essere utilizzato, a prescindere – aggiunge Scanavino -, per la produzione di prodotti a denominazione di origine protetta. Parmigiano, grana padano, mozzarella di bufala, pecorino, asiago, provolone e tutti gli altri 50 prodotti caseari ‘made in Italy’ restano estranei a questa vicenda. Sono queste le produzioni che utilizzano gran parte del latte trasformato e dove i disciplinari non prevedono il latte in polvere. Per gli altri prodotti, qualora anche le prossime riunioni a Bruxelles dovessero tradursi in un nulla di fatto per l’Italia, resta l’obbligo di indicare un eventuale utilizzo di latte in polvere tra gli ingredienti“.
Commenta il presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: “Coniugare tradizione e ricerca, quindi innovazione, è sicuramente un punto di forza per il miglioramento produttivo e qualitativo del latte e dei formaggi. Credo sia poco influente l’abrogazione della norma nazionale che vieta l’utilizzo del latte in polvere nei formaggi. Non ci risulta che nei disciplinari di produzione delle nostre DOP, IGP vi sia la possibilità dell’utilizzo del latte in polvere o dei suoi derivati, credo che la difesa del mede in Italy passi attraverso accordi di filiera volti al mantenimento dell’alto livello qualitativo e sanitario dei nostri formaggi percorrendo le nostre caratterizzazioni storiche”. Continua Ameglio: “Ritengo poco strategico pensare di difendere il made in Italy solo attraverso la strategia della filiera corta, pur importante, come sta facendo Coldiretti; piuttosto si consideri il danno che può fare l’attuale campagna mediatica allarmistica volta più ad intercettare consensi personali piuttosto che a difendere gli interessi comuni”.
I formaggi DOP in Piemonte sono: la Toma piemontese, la Robiola di Roccaverano, il Raschera, il Murazzano, il Castelmagno, il Bra, il Grana padano, il Gorgonzola.
3 luglio 2015