Siamo convinti che la popolazione Tortonese, gli ambientalisti, ma soprattutto gli amministratori locali non si siano resi effettivamente conto dell’estrema gravità che la maxi indagine, i sequestri e gli arresti operati dai carabinieri del Noe e dalla Guardia Forestale lunedì scorso, ha messo in luce.
Forse la relativa pochezza delle misure restrittive disposte dal G.I.P. del Tribunale Torino
(3 arresti domiciliari , un obbligo di firma e 11 divieti temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per un anno), o il fatto che lanciare l’allarme ambientale siano stati i No-Tav considerati un po’ come estremisti-disfattisti sempre pronti ad esagerare, non hanno dato la giusta dimensione ad un fenomeno che rischia di essere ancora più grave dei bidoni pieni di sostanze tossico-nocive interrati 40 anni fa Carbonara scrivia di cui paghiamo ancora le conseguenze.
Se in quel caso le sostanze pericolose erano almeno state rinchiuse in contenitori, qui, alla periferia di Tortona, secondo l’accusa, i veleni sono stati mischiati a terra e argilla e gettati così, senza alcuna protezione, in grosse buche sottoterra a fianco di campi coltivati.
Abbiamo atteso una settimana nella speranza che ambientalisti o pseudo tali, facessero sentire la loro voce, che il Comune intervenisse con un comunicato, che la società civile (No Tav a parte) prendesse posizione, ma non è successo niente.
Per questo motivo, come giornale, abbiamo deciso di muoverci noi, cercando di capire, sulla base delle informazioni in nostro possesso e che riusciremo a reperire, fino a che punto sia deteriorato l’ambiente in cui viviamo, nella speranza di svegliare le coscienze dal torpore in cui si trovano.
Questo vorrebbe essere il primo di una serie di articoli, una specie di dossier pubblico dove si raccolgono notizie e reazioni sulla vicenda, se mai ci saranno.
Cominciamo col dire che, a quanto pare, le cave del Tortonese, secondo l’indagine dei carabinieri, dal 2011 ad oggi erano (o sono ancora?) diventate il centro di raccolta dei rifiuti di diverse tipologie provenienti da ogni dove, fra cui terre e rocce da scavo contenenti sostanze pericolose come l’amianto, terre contenenti metalli pesanti ed idrocarburi, asfalti provenienti da cantieri di manutenzione autostradale, cemento e detriti vari, nonché rifiuti da siti contaminati sottoposti a bonifica ed anche dall’area area di Via Evandro Ferri in Genova ex Continentale, ex ILVA Genova ex Area Elsag di Sestri Ponente ex stabilimento Salp, dall’area industriale dismessa in Genova Cornigliano- Campi meglio conosciuta come Torre campi ma anche da altri impianti del genovese, torinese e basso Piemonte.
Cosa è stato interrato dal 2011 (anno in cui risalgono molti dei fatti e delle intercettazioni telefoniche) ad oggi sotto la città di Tortona?
Quante di quelle sostanze inquinanti hanno raggiunto le falde?
E quali conseguenze ci sono state a livello ambientale?
16 giugno 2015