I sindaci del Tortonese chiedono di “rivedere” l’esistenza dell’Amias, la società consortile del basso Piemonte che si occupa della depurazione delle acque di cui possiedono il 25% e genera costi per 70 mila euro. Se non si può sopprimere affidando la gestione del servizio ad altri consorzi già in essere, chiedono di ridurre almeno i costi per il funzionamento della società eliminando il Consiglio di amministrazione nominando un amministratore unico e valutare la possibilità di far confluire Amias in Gestione Acqua o mantenerla in vita senza costi di gestione.
La proposta è emersa durante una riunione dei 40 sindaci del Tortonese che i è svolta nella sala Romita del municipio.
La proposta verrà portata all’approvazione dell’ assemblea consortile a fine mese
L’Amias è una società interamente pubblica, partecipata per il 25,69% dal Comune di Novi, per il 23,31% dal Comune di Tortona, per il 13,7% dalla società ABC Acquedotto Borbera Curone della vecchia Comunità Montana e per il resto dai Comuni del Tortonese e del Novese.
L’Amias è nata con lo scopo di gestire gli impianti di depurazione e le reti fognarie dei Comuni ma non avendo una propria struttura, ha affidato la gestione alla società Gestione Acqua.
Le fonti di entrata di Amias sono dunque il canone che percepisce da Gestione Acqua e quello della Ladurner: con queste entrate paga i mutui accesi negli anni precedenti. Oltre ai mutui paga anche le indennità al Consiglio di Amministrazione e al collegio sindacale. Il presidente percepisce oltre 30 mila euro all’anno lordi, il vice presidente 11 mila e il consigliere circa 7.400.
Di Amias è anche la ex piattaforma di trattamento sulla strada per Castelnuovo dove la Ladurner di Bolzano sta realizzando il biodigestore.
13 giugno 2015