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C’era una volta Tortona: la mostra delle Attività Economiche nel 1926


Riguardo questa foto Armando Bergaglio, notissimo cultore di storia tortonese, si è gentilmente prestato ad un interessantissimo commento. Armando interverrà spesso in questa rubrica.
“La foto, secondo me (ma potrei anche sbagliarmi) – dice Bergaglio –  presenterebbe un momento della seconda edizione della mostra Regionale di Tortona allestita nell’ottobre del 1926. Un allestimento impensabile per organizzazione ed efficienza per i tempi. Lo conferma anche la documentazione fotografica conservata. Fu inaugurata il 3 ottobre 1926 dal principe Umberto di Savoia (poi per breve tempo Re Umberto II). La sua ‘augusta’ presenza ha mandato in sollucchero tutto il mondo femminile tortonese. Ora ci troviamo nel pieno dell’atmosfera dell’EXPO Milanese, all’insegna delle  ‘Mirabilia’… Quanta strada si è fatta dalla prima Expo, quella di Londra del 1851, aperta anch’essa il 1° maggio. Un successo enorme per quei tempi: basti dire che allora si raggiunsero i 6 milioni di visitatori, nonostante la lentezza e le difficoltà delle comunicazioni. Quella esposizione sfiorò anche Tortona. Infatti la Regia Intendenza della Provincia di Tortona il 12 settembre 1850 invitava gli  industriali e i manifatturieri a presentare qualche oggetto tramite la Camera di Commercio. Purtroppo nessuno, né a Tortona né nell’intero Regno di Sardegna (allora impegnato nelle Guerre d’Indipendenza), rispose all’invito. Però a Tortona qualcosa si mosse. La Società Operaia di Mutuo Soccorso, attraverso il Direttore Annonario, il Cav. Ferrari Tonso Pernigotti, in occasione del Comizio Agrario in programma l’anno dopo, il 1852, si rivolgeva ad artigiani (o artieri, come si diceva allora) a preparare uno o più capi della loro arte, “lavorati colla massima diligenza e precisione, ed esposti in una pubblica sala, con l’indicazione del prezzo il più modico possibile. Ciò per fare conoscere che anche nella nostra provincia vi sono artisti di ugual merito delle grandi  città, e forse di maggior vantaggio nel prezzo, a confronto della Capitale”.

“Quindi – conclude Armando Bergaglio – una mostra che doveva esaltare il lavoro e la perizia dell’artigiano tortonese. All’appello risposero 18 artigiani della provincia tortonese: cinque calzolai (con scarpe, ma anche  ‘stivali alla orleans’), quattro falegnami (tavoli, sofà, un cantarà, una ‘lettiera con remevuar’, una lettiera ‘a gran flache’ ed anche  scaffali per la sagrestia del Duomo), tre sarti (un gilè, un busto da donna); due maniscalchi presentarono ferri da cavallo, il ferraio una serratura, un altro tessuti in cotone ed infine vari aratri fabbricati dal ben noto Fissore. Altre mostre seguirono nel corso  dell’Ottocento ad Alessandria, a Torino ed a Milano. Non potendo dilungarci eccessivamente, ricordiamo solo che la presenza dei tortonesi fu sempre molto significativa e ottennero numerose medaglie.”

Massimo Galluzzi


8 giugno 2015

 

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