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Personaggi alessandrini: i dipinti di Pier Francesco Guala


Pier Francesco Guala nasce a Casale Monferrato poco prima del 1700 un pittore vissuto per una buona parte nell’epoca barocca per passare al rococò.

Il secolo XVIII è caratterizzato, per buona parte, da un orientamento di stile artistico appariscente, in netta contrapposizione al classico, al rinascimento, espresso attraverso l’estro grandioso degli artisti, sviluppatosi nella Penisola poi espanso in Spagna, Austria, ecc, …, tendente a ritrarre i soggetti con effetti grandiosi.

Il termine ha diverse fonti, tuttavia l’etimologia più accreditata, deriverebbe dal nome di un tipo di perla in quanto gli aderenti riportano nelle loro opere la conchiglia, divenuta simbolo del movimento del secolo.

La parte migliore del barocco si sviluppa in architettura ove gli architetti, di solito nobili, s’immergono nell’edificazione di palazzi con estro, a volte raffinato, come ad esempio palazzo Ghilini di Alessandria, tanto per citare un valido esempio in casa nostra.

Pier Francesco non ha lasciato una precisa traccia sulla sua formazione artistica però, ogni sua opera è inconfondibile, diligentemente firmata accanto alla data, un modo per individuare con l’assoluta precisone tutta la sua maturità, passo a passo.

I primi lavori sono nei centri di Balzola, in San Domenico di Casale con La Disfatta degli Albigiesi, del 1724.

La sua corrente è legata ad altri pittori piemontesi, in particolare con artisti di Novara, per orientare le sue amicizie in Genova ove incontra altri illustri colleghi, incontri chiaramente espressi nelle opere uscite dal suo pennello in quel periodo.

Gli orizzonti si spostano in Emilia, probabilmente a Bologna ha contatti con Giuseppe Maria Crespi, conosciuto come Lo Spagnolo, con il figlio Luigi di cui coglie il meglio dei loro lavori.

Il resto della sua esistenza lo trascorre nel Monferrato le cui opere si stagliano in tutti i centri posati sui pendii o in cima alle eleganti colline.

Gli affreschi usciti dalle mani di Pier Francesco s’incontrano a Palazzo Ardizzone, nella residenza dei Gozzani di Treville, proprio negli anni in cui, a contatto con stuccatori, decoratori, ecc.. dal rigoroso barocco trascende nel rococò, un modo d’interpretare l’arte con la scelta dell’eleganza a scapito dello sfarzo.

Le tele, in questo periodo di rinnovamento, si osservano a Ticineto, nei palazzi di Sannazzaro, Morelli; nelle Chiese del Gesù, di Santo Stefano, di San Domenico, di Santa Maria, del Duomo di Sant’Evasio, nel Museo Civico di Casale.

L’ultimo viaggio lo compie a Milano ove affina la sua arte con le migliori opere con L’Assunta, L’Inconorazione …

                                                                            Franco Montaldo   



16 maggio 2015    

 

 

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