Forse sarebbe il caso di fare un corso di geografia agli amministratori comunali di Tortona e a chi si occupa di organizzare le manifestazioni in città. La considerazione nasce spontanea visti gli ultimi sviluppi.
Sul sito del Comune alla manifestazione “Assaggia Tortona” in programma questo week end, infatti, si legge: “Evento enogastronomico, ormai entrato nella tradizione tortonese di promozione e tutela delle tipicità locali.Come sempre la conoscenza avviene attraverso l’esposizione e, soprattutto, la degustazione dei prodotti tortonesi: vino, salumi, formaggi, frutta ecc. che il visitatore trova negli stand dislocati lungo via Emilia.”
Peccato che tra l’elenco degli espositori negli stand leggiamo siano presenti: la “Giarola Savem” azienda che sorge a Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza in Emilia Romagna, l’agri birrificio di Molare nell’ovadese, la ditta Ita-Ca sas situata a Voghera in via Malfattani, 6 con Showroom sempre a Voghera in via S. Ambrogio e l’azienda agricola Zerbo con sede a Gavi, a cui si aggiunge il caseificio Vellenostra di Mongiardino ligure che proprio Tortonese non è, ma si trova in alta val Borbera.
Come considerare poi l’azienda agricola Agrisapori con sede a Stazzano, comune che gravita su Novi Ligure?
Insomma ben 6 aziende sulle 23 presenti ad “Assaggia Tortona” non sono Tortonesi: una su 4 quattro. Decisamente una bella percentuale.
Cosa pensare, allora, di una manifestazione che viene organizzata per la “promozione e tutela delle tipicità locali” dove un quarto degli espositori non sono locali ma arrivano da fuori, con prodotti che francamente ci riesce un po’ difficile considerare ”Tortonesi” ??
Premesso che non ce l’abbiamo con le singole aziende che fanno il loro mestiere e – siamo certi – metteranno in vendita prodotti di alta qualità al pari e forse anche superiori a molti altri, ma quello che contestiamo è l’organizzazione: nulla vieta al Comune e all’Ufficio manifestazioni che si occupa di preparare e allestire l’evento, di ospitare espositori provenienti da fuori, anzi ben vengano, ma non si dica, a quel punto, che si tratta di tipicità locali!
E’ una questione di correttezza verso i cittadini.
In caso contrario, come consumatori finali e assaggiatori ci sentiamo davvero presi in giro.
29 maggio 2015