Rispetto al 2013, il dato assoluto sui cui ragionare, per quanto attiene la provincia di Alessandria, è un -2,14 per gli arrivi e un – 4,09 per le presenze.
“Numeri che non devono suscitare allarmismo – dicono però in Provincia – considerando, tra l’altro alcuni aspetti rilevanti come, per esempio, la lieve ma significativa riduzione degli esercizi alberghieri con la conseguente diminuzione dei posti letto a disposizione, passati da 6073 nel 2013 a 5904 nel 2014. Potremmo dire che, a prescindere da una situazione che in Piemonte, vive di esperienze diverse tra loro, con politiche e strategie differenti, il turismo in provincia di Alessandria sta cambiando pelle. Effetto dell’offerta che ha saputo catturare nuove fette di utenza e rendersi dunque più fruibile, con uno spirito e un’intraprendenza davvero notevoli, se si considera che nel settore extralberghiero le strutture (B&B e agriturismi, in primis) sono passate da 445 a 473, con una crescita di opportunità distribuita omogeneamente su tutto il territorio, attraendo turismo da regioni italiane vicine ma anche considerevolmente lontane, da tutta Europa (costante la presenza di tedeschi, svizzeri e olandesi) e ancora da Usa e Cina, con un incremento del + 15,74 negli arrivi e il 2,88 nelle presenze.”
A proposito di turismo internazionale, efficace si mostra la politica di promozione nei confronti della Cina che frequenta strutture alberghiere che extra alberghiere, con particolare attenzione al casalese e all’alessandrino e senza particolari distinzioni tra alberghiero ed extra alberghiero.
Relativamente alle diverse zone del nostro territorio, Acqui Terme registra una contrazione negli arrivi e nelle presenze, compensata, anche qui, da una buona tenuta del turismo extraeuropeo, così come Casale Monferrato, meta di molti statunitensi. Lo stesso dicasi per Alessandria, destinazione preferita per il turismo di prossimità (Piemonte, Liguria e Lombardia) ma anche del turismo proveniente da Brasile e, appunto, Usa e Cina.
14 maggio 2015