Invece della solita recensione, stavolta facciamo uno strappo alla regola pubblicando la recensione apparsa sulla pagina facebook del Megaplex Stardust che ci è piaciuta molto.
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È difficile, a caldo, cercare di mantenere la lucidità e l’obiettività necessarie per commentare il ritorno di George Miller alla saga cult di Mad Max. Senza troppi giri di parole, Fury Road è un irresistibile, adrenalinico, trascinante ed immersivo capolavoro. 30 anni dopo Oltre la sfera del tuono (e deviazioni impensabili come Babe o Happy Feet), il settantenne Miller si rimette al timone del suo indimenticato bolide, trasformando quel che restava del filone post-apocalittico in un enorme “baraccone” ipercinetico, nichilista e ipnotico.
Una love parade, un rave-party popolato da barbari e “war boys”, percussionisti e chitarristi di fuoco abbarbicati su potentissimi monster trucks. Tutt’intorno – ancora una volta – è il deserto, sabbia e terra (acida) infinita che separa la Cittadella dai territori ostili e da un miraggio, quello della Green Land. Destinazione della ribelle Furiosa (Charlize Theron, fantastica anche con i capelli rasati a zero, sporca di grasso e senza un braccio), Imperatrice del tiranno Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne) che senza preavviso decide di sottrargli il bene più prezioso. Non l’acqua, non la benzina, neanche i litri di latte materno che vengono prelevati e custoditi con estrema cura… Da questo momento in poi inizia il film: un inseguimento da cardiopalma e sanguinario, in cui a breve giro di posta ritroviamo (il nuovo) Max Rockatansky, interpretato da Tom Hardy, chiamato al difficile compito di sostituire Mel Gibson. Rapito e tenuto prigioniero dagli uomini di Immortan Joe, Max viene esposto come trofeo, incatenato con tanto di museruola, in piedi sul cofano di uno dei bolidi partiti all’inseguimento di Furiosa. Ma da lì a poco cambierà ogni cosa…
25 maggio 2015