Direttore, nel salutarLa, Le chiedo di omettere il mio nome.
Nel leggere i tanti articoli e le numerose lettere che il Suo giornale propone ai lettori on line, segno che l’interesse da parte del pubblico non manca, sono portato a fare alcune riflessioni.
Ospedale. Non ci resta che…………….attendere i responsi delle istituzioni pur non dimenticando che le iniziative tardive messe in atto da questa amministrazione, non per demerito suo ma di coloro che li hanno preceduti negli ultimi dieci anni almeno, troveranno molti ostacoli proprio perche’ attivate a cose ormai fatte. Certo mi ha fatto piacere leggere le considerazioni della Dott.ssa Pacquola anche perche’ e’ l’unica risorsa che potrebbe ambire alla direzione di ben altre strutture; se lo volesse, ma temo che il futuro dell’ospedale sia stato da tempo determinato non certo a nostro favore.
Per questo problema le nostre gravi debolezze sono state la politica, da almeno vent’anni senza uomini di qualita’ ai livelli che contano, e l’arroccarsi dei medici attorno ad un ospedale che senza rinnovamento e rilancio attraverso il ricambio di uomini troppo legati alla citta’ si e’ trovato a camminare mentre gli altri correvano; per dirla sportivamente.
Domando: Quanti sono i medici ed i primari che verrebbero a Tortona per poi promuovere la propria carriera in strutture piu’ prestigiose? Vale a dire: Tortona puo’ essere un trampolino di lancio? Quanti sono i medici ed i professori della struttura cittadina che potrebbero ambire a strutture di livello nazionale? Escluso la dott.ssa Pacquola naturalmente. Per comprendere le ragioni della sconfitta che abbiamo subito dobbiamo partire dal riconoscere i nostri errori; altrimenti se riteniamo che Tortona sia il centro del mondo di sconfitte ne arriveranno altre come conseguenza di quelle odierne. (ridimensionamento dell’Asl in primis).
Del resto i poli che contano oggi sono: Casale, Novi ed Alessandria.Il cambiamento e’ una opportunita’ per le risorse e per le stesse strutture; da sempre.Un aneddoto: un amico, giovane emergente ortopedico torinese, mandato in un ospedale capoluogo di provincia per poi ambire a posizioni di rilievo altrove, gia’ quotato e con una carriera di rilievo, ha dato le dimissioni dopo una settimana con questa considerazione: chiudere questo reparto farebbe bene soprattutto ai malati oltre che alle casse regionali. Tenuto conto che le lusinghe da fuori regione non gli mancano e’ stato accontentato in 24 ore.
Lettera Firmata
30 aprile 2015