Gianni Mora ha vissuto un’esistenza fra le ambulanze, chi lo aveva conosciuto faticava a comprendere se la Croce Rossa l’avessero creata per lui o se lui fosse nato apposta per l’Istituzione ….. il dubbio rimane
La certezza invece si riscontrava nel coraggio di partire a qualunque ora del giorno, in qualunque giorno anche i festivi, i più importanti, alla guida di quel mezzo per andare in soccorso alle persone bisognose davvero di soccorso.
Gianni non era un semplice autista, né barelliere era qualcosa di più!
Gli alessandrini ricordano ….. quanto ti sei prodigato per le sofferenze del prossimo,.. così come scrivevo quel triste giorno in cui apprendevo della tua scomparsa.
Qualcuno mi aveva armato la mano, sostenendomi nel pensiero, un tentativo inutile per sorreggere la tua esistenza, purtroppo era in verità giunta al termine.
Chi ti conosceva bene rammenta, il tuo sorriso aperto, mai alterato, la tua parola disposta sempre ad una frase di conforto, un tuo gesto di sostegno mai è mancato, anche in quei momenti bui della tua, ahimé breve vita, quando imboccavi quel tunnel di cui tutti, o bene o male, dovremmo varcare la soglia.
La tua energia era sempre disposta nell’alleviare il dolore delle persone, prima nel rincuorare, poi nel soccorrere materialmente i sofferenti ….
In mezzo secolo di Croce Rossa quante nei hai viste! Quanti ricordi! Quante volte avresti voluto, per così dire, staccare la spina: un’idea subito accantonata perchè sapevi, e lo sapevi bene, … qualcuno chiama, soffre, ha bisogno della mia voce per essere consolato, delle mie braccia per essere sollevato, della mia esperienza per essere trasportato, per arrivare in tempo in quel luogo dove si ricevono le prime attenzioni sanitarie.
L’ambulanza era la tua esistenza, bene la sapevi condurre, soprattutto nelle strette strade della città, dove sei nato, cresciuto, ed il traffico era cresciuto assieme a te, una marcia in più per dire … arrivo, arrivo in tempo per salvare una vita.
Gianni, ciao. Di più non so dire!
Franco Montaldo
19 aprile 2015