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L’Asl ha varato un progetto per ridurre le visite inutili


E’ ormai trascorso un anno, era il febbraio 2014, dall’avvio delle azioni programmate nell’ambito del “Progetto Appropriatezza nell’attività specialistica ambulatoriale”, condotto da un gruppo di lavoro multidisciplinare dell’ASL AL, formato da medici– direttori di Presidio e di Distretto- ed esperti di controllo di gestione e sistema informativo, coordinati dal dott. Massimo Leporati, medico in staff alla Direzione Generale.

Si è partiti dal mandato regionale mirato al contenimento della spesa sanitaria, attraverso una revisione sistematica che favorisse la riduzione degli sprechi.

Che cosa si intende per “sprechi” nello specifico ambito delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, cioè esami di laboratorio, radiografie, risonanza magnetica, TAC, visite e così via?

Ci si riferisce all’esecuzione delle suddette prestazioni, quando avviene con eccessiva frequenza, senza giustificazione clinica o per automatismi, soprattutto nel caso di persone sane (per esempio i controlli periodici troppo frequenti o ridondanti), oppure nel caso di pazienti affetti da patologie, per le quali tali prestazioni non sono indicate.

Il primo risultato significativo è stata la massiva adesione e la vivace partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto, che hanno contribuito ad imprimere uno sviluppo ulteriore alle varie azioni attraverso proposte innovative che si sono tradotte in un sensibile mutamento dei comportamenti dei medici prescrittori.

I dati numerici mostrano un deciso cambiamento di tendenza dei cosiddetti “consumi sanitari”, vale a dire il numero di prestazioni erogate per ogni assistito, tra il periodo che ha preceduto l’intervento (fino a luglio 2014) e il periodo successivo, compreso quello attuale in cui si stanno confermando i dati tendenziali.

Osservando il numero globale delle prestazioni usufruite dai pazienti residenti in ASL AL, a fronte di un valore di partenza di una media di 17,02 prestazioni pro capite nell’anno 2013, il dato è sceso in maniera significativa a 16.08 nell’anno 2014, con una variazione media di circa una prestazione pro capite.

Lo sforzo di questa “ottimizzazione” delle risorse sanitarie continua: il dato nazionale che rappresenta l’obiettivo da raggiungere è di 12 prestazioni pro capite.

Per i cittadini è importante sapere che non è garanzia di maggiore salute sottoporsi ad un gran numero di esami, ma è buona prassi affidarsi alla valutazione clinica del proprio medico di famiglia.

12 aprile 2015

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