Si tratta di uno spettacolo in musica prodotto a Merano dall’Associazione Conductus nel 2011 rappresentato più volte oltre che in Alto Adige a Cabella, a Parodi Ligure, al Teatro Stabile di Genova e trasmesso da Radio 3 Suite.
Per il 70° della Liberazione, grazie al sostegno del Comune, approda quest’anno a Novi Ligure, città fondamentale nella storia della “Sesta”, anche per aver dato parecchi uomini alle formazioni partigiane tra cui un protagonista assoluto come Aurelio Ferrando “Scrivia” che ovviamente appare tra i personaggi dello spettacolo.
Il lavoro ripercorre le storie individuali, le motivazioni e le emozioni di alcuni giovani che nel ’43 seppero inventarsi una nuova strada a partire dal rifiuto del fascismo e della sua guerra. Le voci dei protagonisti raccontano di una importante formazione partigiana che, nata come piccola banda, diventò un’insieme omogeneo di unità (su tutte le divisioni Cichero e Pinan-Cichero) andando a costituire la 6A Zona Operativa Ligure (Chiavarese, Piacentino, Oltrepò e Genovesato). Raccontano di Bisagno, Aldo Gastaldi che della “Sesta” fu l’anima e la guida. Nei loro ricordi non sono i fatti militari a tenere banco, ma il sale dell’esperienza umana e politica che li aveva coinvolti. L’idea dello spettacolo è nata come reazione alla crisi democratica manifestatasi nei tragici fatti del G8 di Genova, nel desiderio di tornare, almeno simbolicamente, alla fonte più importante del pensiero e dell’agire democratico nella nostra storia recente. E’ un omaggio intimo, in parole, musica e immagini, al movimento partigiano. La partitura e l’ideazione dello spettacolo sono di Marcello Fera che insieme a Lorenza Codignola ha anche curato l’adattamento teatrale delle diverse fonti documentali a cui attinge il copione. I protagonisti di 6A Zona sono attori non professionisti, studenti preparati dalla regista Johanna Porcheddu,con un ciclo di formazione offerto da Licei e ITC Merano e dall’Associazione Conductus. L’esecuzione musicale è affidata all’ensemble Conductus, le elaborazioni video a Daniel Mazza.
22 aprile 2015