La vicenda ha avuto inizio il 31 marzo scorso, quando la vittima ha denunciato in Commissariato di aver subito ripetuti ammanchi di gioielli di famiglia all’interno della propria abitazione, per un valore di oltre 2.500 euro.
Le indagini sono state subito indirizzate verso le persone che frequentavano a vario titolo l’abitazione della vittima, in quanto non erano stati rilevati segni di effrazione sulle porte di ingresso della casa.
Contestualmente, la Squadra Investigativa ha effettuato un controllo presso diversi negozi di “compro oro” e, in uno di essi, ha accertato che erano stati venduti, nell’arco di tempo compreso fra ottobre 2014 e il marzo di quest’anno, la gran parte degli oggetti preziosi trafugati alla denunciante.
La persona che aveva venduto detti oggetti, una donna italiana di circa 60 anni, è risultata essere una delle due collaboratrici famigliari della madre convivente della vittima del reato.
La donna, a seguito della vicenda, convocata in questi Uffici, ha finito con l’ammettere ogni responsabilità, giustificando i ripetuti furti con le gravi difficoltà economiche in cui versa.
La stessa è stata, pertanto, segnalata all’Autorità Giudiziaria per il reato di furto aggravato e continuato.
Naturalmente, a conclusione della vicenda, è seguito l’inevitabile licenziamento.
Alla parte offesa sono stati restituiti alcuni monili e cioè quanto restava non ancora avviato alla “fusione” dall’azienda acquirente.
18 aprile 2015