L’insistenza pervicace con la quale ci rivolgiamo alla sindaco Rita Rossa e all’assessore Claudio Lombardi per avviare l’Indagine epidemiologica della Fraschetta è vieppiù avvalorata dalle preoccupazioni che le organizzazioni sindacali unitariamente rivolgono alla Solvay di Spinetta Marengo in merito alla presenza nel sangue dei lavoratori di sostanze tossico nocive che non dovrebbero comparire neppure in minime parti per miliardo. Sostanze che evidentemente avvelenano anche l’ambiente esterno allo stabilimento e presumibilmente sono riscontrabili nel sangue dei cittadini. Purtroppo il Comune di Alessandria, benchè ripetutamente sollecitato, non ha provveduto nemmeno a pretendere dall’ASL il Referto epidemiologico, se non altro propedeutico all’Indagine. Come sappiamo, le rarefatte e private campagne di campionamenti ematici personali a cui sono sottoposti centinaia di lavoratori Solvay –evidentemente esposti a lavorazioni in impianti non a ciclo chiuso dunque tecnologicamente inadeguati- riguardano sostanze di estremo pericolo per la salute, come benzene, cumene, tetracloruro di carbonio, cloroformio, cromo eccetera. In particolare l’attenzione si rivolge a ADV, C6O4 e PFOA, ognuna dalle complicatissime formule chimiche e denominazioni. Su di esse suoniamo un allarme chiaro e rivendichiamo l’intervento pubblico: di Comune e ASL. Semplificando. Sul PFOA abbiamo ampiamente già scritto e denunciato in tribunale: tossico, cancerogeno, teratogeno, patologico a tiroide, colite ulcerosa, colesterolo eccetera è stato in quantità enormi rinvenuto indegradabile alla foce del Po e soprattutto nel sangue dei lavoratori, a loro volta addirittura donatori di sangue. E’ stato messo al bando in tutto il mondo.
Finalmente Solvay, al culmine della nostra campagna di denuncia nazionale, ha annunciato l’eliminazione del tensioattivo dalle lavorazioni spinettesi. Come si spiega allora che è ancora oggi rinvenuto nel sangue degli addetti? Non è stato completamente eliminato dalle produzioni? Quanto persiste nell’ambiente, fino a quando?
Medicina Democratica – Alessandria
9 marzo 2015