La strada fra il Cristo e Cantalupo ha nel centro Cabanette ove, all’ombra di un quarantennale acero, c’è il Ristorante Olmo.
Giuseppina è nata proprio qui, sotto quell’ulmus campestris piantato dal nonno Carlo, un ricordo lasciato alla famiglia prima di lasciare il Paese per emigrare in Argentina.
La pianta è invecchiata, poi ammalata per cui, negli anni settanta è stato necessario abbatterla per lasciare il posta all’attuale acero.
La figura di Zia Pina, così come l’hanno conosciuta gli abituali clienti, è sempre stata in mezzo al banco: prima nel negozio di commestibili, poi ad approntare squisiti caffè, l’ultimo dei quali l’ha servito al compimento dell’ottantanovesimo anno.
Il suo sorriso, la schietta serenità, quelle parole di saluto cordiale sono un ricordo indimenticabile, indelebili nelle memorie della ormai affabile clientela.
Ciascuno non scorda quei momenti di ritorno da una lunga corsa in bicicletta, nell’afose giornate estive, quel locale è stato un punto di riferimento, prima d’arrivare a casa, per togliere un po’ di sete: Giuseppina versava, nella caraffa di vetro, un po’ d’acqua della fontanella da porgere con la ferma raccomandazione di… bere a piccoli sorsi …. Naturalmente offerta a noi appena ragazzi.
Franco Montaldo
30 marzo 2015