Che non ci siano in giro ricette miracolose per ridurre l’inquinamento da polveri sottili in valle Padana ed in Alessandria, che in valle Padana si trova, non è un segreto. Che qualcuno del Comune prospetti magnifiche sorti e progressive utilizzando vecchie modalità impossibili da realizzarsi, se non altro per mancanza delle risorse necessarie (e chissà se per carenza di volontà), magari proponendole come nuovissime, fa scandalo, ma questa è la quotidianità dell’amministrazione di centrosinistra in carica. Peccato che tutte le volte io riesca a stupirmi.
Sono un inguaribile ingenuo. Ma leggere che i parcheggi da realizzare sono quelli multipiano di piazza Gobetti o quello di piazza Alba Julia o quello (prima sospeso, poi ripreso per il colletto, chissà perché, in un caso e nell’altro) sotterraneo di piazza Garibaldi, è perlomeno strabiliante, visto che sono le nostre stesse proposte di quattro anni fa a cui è stato poi messo ulteriormente il rallentatore, quando non sono state considerate inadeguate e ridicole, per poi essere recuperate pensando che la gente non si ricordasse più di chi le aveva concretizzate.
Può funzionare, ma è una tattica da pezzenti, istituzionali fin che si vuole, ma sempre tali. Intanto sarebbe arrivato il tempo di passare dalle parole ai fatti. Non grandi cose, ma qualche piccola azione. Invece niente, il vuoto più assoluto.
Quasi per convinzione. Ah, no, qualcosa si è fatto. Davanti al Comune – una cinquantina di metri – si è chiuso un segmento di piazza della Libertà al traffico e un centinaio di metri di via Dossena che proprio una direttrice ad alto volume di traffico non poteva essere considerata ed obbligando gli automobilisti ad inquinare di più facendo più strada intorno ad uno stesso isolato.
Suggerisco di provare a cambiare qualcosa, incominciamo a proporre idee, facendole seguire dalla copertura economica (quanto costa fare così) e da quella ambientale (quanto ci fa risparmiare in termini di tonnellate di co2, ad esempio, o di pm10). Questo farebbe sì che i nostri amministratori incominciassero ad imparare a fare qualcosa di nuovo e a smetterla di “parolare” come da ormai tre anni succede. E non si riesce neppure a vedere la fine di questo tunnel.
Piercarlo Fabbio
29 marzo 2015