atm - pLa querelle tra ATM e Comune di Tortona inizia nel 2012, quando venne alla luce la vicenda delle fatture non pagate dall’Ente alla propria società partecipata; la contestazione va avanti fino a sfociare in un lodo arbitrale che, alla fine, nel 2013, stabilisce che il Comune di Tortona deve pagare ad ATM sia le fatture (una esclusa, tra quelle contestate) più gli interessi di mora. Curiosamente, l’ammontare di questi importi, tra somme ed interessi maturati, è parecchio somigliante con quello che – pare confermato da più fonti –   sarà il passivo attuale di ATM.

Ma come è possibile che nel marzo 2014 una società (ATM in liquidazione) chiudesse il proprio bilancio con un utile di 524mila euro e da allora, senza aver più svolto attività (confermato dal recente comunicato congiunto tra l’Assessore Semino e l’Amministratore Unico di A.T.M. Roberto Davico), e pur incassando 65mila euro l’anno come canone di affitto delle reti acqua, in un solo anno sia andata in passivo per più di 700mila euro? Partendo da un utile di 524mila euro, poi.

Proviamo a capirci qualcosa, andando indietro nel tempo. Ma non troppo…

 

Cosa diceva Timo a marzo 2014 (1)


Franco Timo

Franco Timo

 “I problemi di ATM sono risolti – spiegava in tempi non sospetti il liquidatore della società, Franco Timo -. Abbiamo anche pagato l’ultimo creditore con un risparmio di 50mila euro. Sono stati pagati tutti i debiti ed il merito è del Comune di Tortona. ATM può essere messa in bonis. Adesso convocherò per la fine del mese di aprile una assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio e in sede straordinaria per la revoca dello stato di liquidazione e per la trasformazione da società per azioni in società a responsabilità limitata con un notevole risparmio di spese perché non ci vorrà il collegio sindacale ma un controllore e non ci sarà il consiglio di amministrazione ma l’amministratore unico”.

Cosa sia stato poi stabilito in sede di approvazione del bilancio, lo scopriremo tra non molto.

 

Cosa diceva Bardone a luglio 2014 (2)

Gianluca Bardone

Gianluca Bardone

[Tratto dalla conferenza stampa sui rilievi del Ministero, riguardo ATM]

In merito alle criticità relative ai rapporti finanziari tra l’Ente e le Società partecipate, la relazione evidenzia che al termine dell’esercizio 2012 vi era un differenziale di euro 1.170.654,35 fra i debiti del Comune di Tortona nei confronti della società A.T.M. S.p.a   e i crediti della stessa nei confronti del Comune.

Tale differenziale derivava:

– da fatture emesse dalla società nei confronti del Comune di Tortona, contestate dall’Ente poiché ritenute relative a prestazioni già regolate nei contratti di servizio e non a prestazioni extracontrattuali, da fatturarsi separatamente;

– da fatture per interessi di mora su ritardati pagamenti da parte dell’Ente alla società partecipata.

Per risolvere il contenzioso tra le parti si è fatto ricorso ad un lodo arbitrale, ritenendo tale strada la più trasparente e corretta, anche al fine di tutelare gli interessi degli altri Comuni soci di A.T.M..

A seguito delle risultanze del lodo il Comune di Tortona ha provveduto a corrispondere ad A.T.M. l’importo di euro 395.611,88, per fatture relative a prestazioni riconosciute dovute, procedendo al riconoscimento di debiti fuori bilancio con deliberazione C.C. n. 53 del 30.9.2013.

Sempre a seguito delle risultanze del lodo sono state chiuse mediante note di credito emesse dalla società A.T.M. le fatture relative a prestazioni non riconosciute dovute.

Ad oggi il differenziale finanziario tra l’Ente ed A.T.M. è relativo unicamente agli interessi passivi per ritardati pagamenti, che la società ha iscritto tra i propri crediti.

Al contempo vi sono interessi attivi che il Comune di Tortona vanta nei confronti della partecipata relativi a ritardati riversamenti dei tributi e dei canoni parcheggi riscossi da A.T.M. per conto dell’Ente.

L’intenzione dell’Amministrazione Comunale è quella di compensare debiti e crediti attraverso lo strumento della “confusione”.

 

ATM in attivo di 524mila euro, torna “in bonis” (3)

soldi - 3INel luglio 2014, l’assemblea ordinaria di ATM approva il bilancio 2013, chiuso con un utile di 523.828 euro. Il passo successivo vede la revoca dello stato di liquidazione, con i piccoli Comuni del Tortonese liquidati del capitale sociale versato ai tempi della costituzione di ATM. Secondo la documentazione disponibile, i Comuni soci che ricevono di più con l’uscita da Atm (avendone detenuto la maggior parte delle azioni) vi sono Castelnuovo Scrivia (circa 140mila euro), Sale (107mila), Pontecurone (93mila) Viguzzolo (72mila euro), Isola Sant’Antonio (18mila).

La società ATM, come dichiarato dal Sindaco Bardone nella conferenza stampa sopra evidenziata, aveva iscritto gli interessi sui ritardati pagamenti da parte del Comune di Tortona tra i propri crediti a bilancio.

 

ATM aperta, se rinuncia agli interessi del lodo arbitrale? Oppure?

 

Attorno a questa vicenda ruota un piccolo “giallo”: l’interrogativo si apre esaminando proprio la delibera del Consiglio Comunale di Isola Sant’Antonio, riguardante il “Recesso dalla società A.T.M. SpA e accettazione della quota di capitale netto retrocesso”, del 19 luglio 2014.

Secondo la ricostruzione della vicenda pubblicata in delibera e basata su quanto emerso dall’assemblea dei soci di ATM e riportato nel verbale della riunione assembleare, il Comune di Tortona riteneva collegare la revoca dello stato di liquidazione della Società alla rinuncia, da parte di quest’ultima, a percepire gli interessi dovuti dal Comune (di Tortona) ad ATM. I famosi interessi stabiliti dal lodo arbitrale per le fatture contestate, in buona sostanza.

Tradotto in termini ancora più semplici, vuol forse dire che lo stato di liquidazione viene revocato (quindi ATM rimane aperta) se ATM rinuncia a percepire gli interessi del lodo arbitrale? Quelli che sono iscritti a bilancio tra i crediti e che abbiamo visto nel capitolo precedente?

Ora, torniamo alla delibera di Isola Sant’Antonio. Ovviamente, la somma derivante dalla liquidazione delle azioni possedute, se doveva avvenire unicamente sulla base del patrimonio netto della Società, sarebbe stata inferiore (rinunciando alla quota di interessi dovuti dal Comune di Tortona ad ATM), e l’operazione sarebbe stata meno conveniente per il Comune di Isola (come per tutti gli altri Comuni soci, del resto)

Essendo quindi interesse del Comune di Isola Sant’Antonio recedere da ATM con una liquidazione delle proprie azioni che tenga conto degli interessi dovuti dal Comune di Tortona ad ATM, la delibera si conclude con il mandato al Sindaco affinché in sede di assemblea della Società ATM S.p.A. in Liquidazione, esprima voto contrario alla revoca dello stato di liquidazione della Società e, nel caso in cui tale decisione sia assunta secondo le maggioranze di legge, manifesti l’immediata e incondizionata decisione del recesso del Comune di Isola Sant’Antonio dalla Società, chiedendo la liquidazione delle proprie azioni sulla base del patrimonio netto della Società, tenuto conto degli interessi dovuti dal Comune di Tortona ad ATM S.p.A. in Liquidazione. E così Isola Sant’Antonio esce da ATM portando a casa il controvalore delle proprie azioni più la quota di interessi dovuti dal Comune ad ATM, 18 mila euro.

Praticamente identica la delibera di Molino dei Torti, che chiede “la liquidazione delle proprie azioni sulla base del patrimonio netto della Società, tenuto conto degli interessi dovuti dal Comune di Tortona ad ATM S.p.A. in Liquidazione” Anche per Molino, 18mila euro comprensivi di quote ed interessi.

Tortona, invece? Che ne è stato, di quell’importo di interessi, iscritto a bilancio sotto la voce “crediti” di ATM? E soprattutto, cosa ne pensa, oggi, da Sindaco, Bardone? Due anni fa, da consigliere di minoranza, ipotizzava addirittura un danno erariale, dovuto a questi interessi passivi sulle fatture di ATM non pagate. (4)

 

Cosa dicono oggi Semino e Davico (5)

L'assessore Gianfranco Semino

L’assessore Gianfranco Semino

“La perdita 2014 è la conseguenza dell’operazione contabile di chiusura dei crediti verso il Comune di Tortona, iscritti a bilancio della società negli esercizi 2008 – 2011, che ha inevitabilmente generato delle sopravvenienze passive nel bilancio societario. La chiusura dei crediti vantati da A.T.M. verso il Comune è stata possibile utilizzando lo strumento della confusione fra debito e credito, in quanto, rimanendo il Comune di Tortona unico socio a seguito del recesso dalla società degli altri Comuni in fase di revoca dello stato di liquidazione, si è di fatto verificata una situazione di coincidenza fra debitore (il Comune) e creditore (la società).”

 

L’impressione è che lo strumento della “confusione” abbia creato molta “confusione” e, da profani dei bilanci di società partecipate, si può solo ipotizzare che, se un credito viene “azzerato”, quello che prima era un utile, può, teoricamente, cambiare segno contabile… e diventare una perdita di esercizio?

Come al solito nelle Aziende Partecipate italiane c’è semnpre poca chiarezza e tanta confusione e Tortona, a quanto pare, sta dimostrando di non essere da meno.

 Annamaria Agosti

 23 marzo 2015