I Carabinieri di Alessandria sono intervenuti per un litigio tra due automobilisti, che stava per trasformarsi in una aggressione in considerazione che dalle parole per una manovra pericolosa effettuata in auto si è quasi passati alle vie di fatto, culminato un inseguimento di uno dei contendenti nei confronti dell’altro per molti chilometri, addirittura fino in autostrada. Il tutto iniziava intorno alle ore 12.00 quando arrivava al 112 una telefonata dove un uomo, alla guida della sua Mercedes, era inseguito da un altro uomo a bordo di una Honda e quest’ultimo, dopo una discussione avuta perché l’uomo alla guida della Mercedes lo accusava di avergli tagliato la strada, gli aveva “sparato” in faccia. La comunicazione telefonica era molto concitata e, quindi, visto che non si comprendeva bene quello che era realmente successo, venivano inviate sul posto due pattuglie per intercettare inseguitore e inseguito ed evitare conseguenze spiacevoli. In effetti la gazzella e la pattuglia della Stazione di Spinetta Marengo, sempre su indicazione di colui che era in contatto col 112, per raggiungere le due auto si vedevano costrette prima a prendere la tangenziale fino ad Alessandria Ovest e poi a prendere in direzione Torino e subito dopo in direzione Gravellona Toce perché le due macchine si muovevano verso Casale Monferrato.
La gazzella, intervenuta per prima e molto veloce, raggiungeva immediatamente la Mercedes e il suo occupante, il quale in effetti aveva il volto sporco di rosso, che indicava in lontananza la Honda che si allontanava. I militari, subito supportati dalla pattuglia di Spinetta Marengo, raggiungevano anche la Honda e dopo averla bloccata, facevano scendere il conducente con le mani alzate in considerazione della gravità del fatto inizialmente segnalato e, quindi, che l’uomo poteva essere armato. Quest’ultimo alla cintura dei pantaloni aveva una fondina, ma addosso non aveva altro.
Sull’auto invece venivano rinvenute due pistole caricate al peperoncino di libera vendita, una monouso e l’altra ricaricabile. Veniva identificato in conducente della Honda con le armi al peperoncino in un 57enne residente nella zona dell’acquese il quale aveva a bordo la propria compagna, mentre l’uomo della Mercedes era un 59enne di un paese dell’hinterland del capoluogo con a bordo la figlia. Si scopriva, quindi, che il liquido rosso in faccia all’aggredito non era sangue, ma peperoncino e che il diverbio tra i due era scaturito perché il conducente della Honda aveva effettuato una manovra pericolosa, tagliando la strada al conducente della Mercedes. Quest’ultimo lo aveva inseguito e raggiunto a un semaforo e avvicinatosi minaccioso al finestrino dell’auto del 57enne si vedeva “sparare” da quest’ultimo con una piccola pistola, poi risultata al peperoncino, usata perché si era spaventato per la brusca e sconsiderata reazione del 59enne.
A quel punto, dopo avere spruzzato il peperoncino, scappava imboccando l’autostrada tallonato dal 59enne che credeva di essere stato ferito, cosa che evidentemente non era accaduta, fino all’arrivo delle pattuglie dell’Arma che chiarivano l’equivoco e ridimensionavano. Visto che i due non intendevano sporgere immediatamente querela per minacce e ingiurie reciproche volate durante le fasi concitate e che non vi erano assolutamente lesioni per nessuno, entrambi si riservavano di pensare se sporgere querela entro i termini di tempo previsti dalla legge. Le due “pistole” al peperoncino venivano comunque sequestrate e, visto che sono di libera vendita, i militari stanno accertando se il porto in luogo pubblico è consentito. Se al termine dell’accertamento, se verranno evidenziati reati da parte di colui che le aveva in auto si procederà con l’eventuale denuncia in stato di libertà. Da evidenziare il perfetto coordinamento tra gli operatori presenti in centrale Operativa che hanno guidato alla perfezione le pattuglie sul territorio che con il loro intervento tempestivo hanno impedito che tra i due litiganti si giungesse a uno scontro fisico.
23 marzo 2015