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Ma al sindaco di Novi interessa la vicenda Acos, o…..??

muliere QSala consiliare di palazzo Pallavicini. Audizione dei dirigenti del Gruppo Acos su richiesta dei 5 stelle per chiarimenti sullo stato del Gruppo, a seguito di voci su presunte non trasparenti situazioni gestionali e di bilancio.

Non entriamo volutamente nel merito dell’argomento.

Il sindaco Muliere per tutta la serata ha mantenuto un atteggiamento volutamente distaccato, apatico,quasi assente. Quello di chi lascia il campo libero ai contendenti. A tratti appariva visibilmente annoiato, con sbadigli incontrollati e mezze giravolte sulla sua poltrona girevole da destra a sinistra e viceversa. E ne aveva ben motivo, considerato il livello del dibattito, durante il quale non è mai intervenuto.

Probabilmente per non correre il rischio di essere tacciato di partigianeria. Ma   non ce n’era neppur bisogno. Infatti i 5 Stelle non lanciavano bombe, ma petardi, che dopo il botto si spegnevano subito, su un D’ Ascenzi, che mal celava fastidio e nervosismo, forse per il fatto di apparire sul banco degli imputati. O forse perchè qualcosa sotto c’è davvero.

Solo a chiusura della seduta Muliere ha tenuto un breve discorso. Con il suo abituale atteggiamento molto misurato e controllato, ma lasciando trasparire una certa soddisfazione, anche se non   ostentata, ha elencato le tre maggiori realtà novesi dal punto di vista occupazionale: Ilva, Asl ( ospedale, ecc.) e, naturalmente, Gruppo Acos, con i suoi 385 addetti, vanto di D’ Ascenzi.

Pertanto, considerata la recente ( e dilettantesca) nazionalizzazione dell’Ilva e sommando altre categorie quali dipendenti scolastici (insegnanti, ecc.), comunali, ferrovieri, Cit, forze dell’ordine e tutti gli altri dipendenti di enti di stato e parastato ( senza dimenticare i pensionati), si evince che la maggior parte dell’occupazione, della capacità reddituale e dell’economia novese si basano su stato, parastato ed enti pubblici di vario livello.

Per contro il settore privato, salvo rare eccezioni, indietreggia su tutti i fronti a causa del crollo dei consumi interni oltre ad altri fattori quali: mancanza di credito, livello dell’ imposizione fiscale, peso della burocrazia, ecc. ( peraltro essi stessi causa del calo dei consumi).

Artigianato, industria, commercio, professioni e servizi sono allo stremo,per non parlare del mercato immobiliare e dell’edilizia, ormai defunti.

Mentre il privato arretra drammaticamente, si allunga la mano pubblica sull’economia e conseguentemente sulle assunzioni, sul livello delle retribuzioni e sugli appalti.

Il tutto naturalmente con i soldi dei contribuenti ed alimentando un implicito voto di scambio a favore di chi ti garantisce un reddito , oggi più che mai.

Senza economia di mercato e concorrenza non c’è stimolo alla   crescita ed allo sviluppo nel breve, medio e lungo termine. Crescita e sviluppo sia quantitativi, che qualitativi.

L’economia privata, che deve sostenere con le sue tasse il settore pubblico, è ridotta ai margini schiacciata da un stato sempre più invadente e pesante da mantenere e che, oltretutto, con le sue tasse le   fa concorrenza in tanti settori.

Anche il declino della città, che continua inarrestabile,è proprio dovuto ad una prevalenza di cultura economica di tipo statalista-socialista.

Quindi Muliere ha magnificamente fotografato tale realtà quando, all’ultimo minuto, involontariamente, ha evidenziato le cause del declino della città, di cui lui e la classe politica che da sempre la dominano, sono parte e causa.

Complimenti a Muliere, ha fatto un bel tiro, ma ha sbagliato porta!

Alfare – Novi


23 febbraio 2015

 

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