Site icon Oggi Cronaca

L’inferno il paradiso e il purgatorio in biblioteca a Novi

dante alighieri - QDa venerdì 20 febbraio 2015 avrà inizio, presso la Biblioteca di Novi, in Via Marconi, una serie di tre incontri avente per oggetto i canti danteschi. L’appuntamento è per le 17.30 e protagonista di questo ciclo di incontri è Andrea Chaves, studente della classe 5^ dell’indirizzo di Scienze Umane presso il Liceo Classico “Andrea Doria” di Novi. Un ragazzo , da qualche anno, si è imposto all’attenzione non solo della zona ma ormai anche a livello nazionale, in quanto sa declamare, a memoria, circa cinquanta canti della Divina Commedia. Il ciclo di incontri prende pretesto dall’anniversario dei 750 anni dalla nascita del Sommo Poeta.   Secondo i promotori la necessità di parlare di Dante, oggi, proviene dai luoghi più profondi del nostro cuore,dall’esigenza che è presente in ciascuno di noi di cercare Umanità e Bellezza. I successivi incontri si terranno il 20 marzo ed il 10 aprile. Titolo di questo primo incontro è “Io, Dante, Ulisse-Il folle volo”.Gli incontri saranno condotti con l’originale voce di chi ama la poesia e, fuori da ogni ambito didattico, vogliono essere un momento di incontro in cui esperti, giovani o amanti della letteratura vorranno percorrere, accompagnati da Andrea Chaves, un tratto profondo e spesso sconosciuto del viaggio che ha portato Dante fino in Paradiso, dal Medioevo fino a noi.

ALLA SCOPERTA DI ANDREA CHAVES



Nasce qui l’idea di andare a scoprire chi è Andrea Chaves.

Che cosa ti colpisce maggiormente andando in diverse località a recitare versi di Dante?

Per me è sicuramente una sorpresa trovare, in diversi luoghi, Ravenna, Roma, Novi, solo per citarne alcune, sempre persone appassionate all’opera di Dante. E, soprattutto, vedere che ci sono tanti progetti che si stanno sviluppando per la scuola. Constatare, quindi, che la passione per l’opera dantesca non è solo una cosa accademica ma che si sta diffondendo nelle vie, nelle piazze, nelle scuole, sta prendendo sempre più piede.”

Recentemente sei giunto secondo al concorso nazionale dantesco tenutosi a Roma e sei stato incaricato di rappresentante per il Piemonte per la diffusione dell’opera dell’autore toscano da parte degli organizzatori del Festival Dantesco. Cosa ti procura maggiore soddisfazione?                                    

La verità? Essere arrivato secondo in un concorso nazionale mi ha certamente procurato molta soddisfazione, è stato qualcosa di grandioso. Però, per me, sicuramente risulta più importante ed anche più gratificante l’essere stato nominato rappresentante per il Piemonte del Festival Dantesco. Il Festival Dantesco è un’Associazione che, da più di dieci anni, collabora con l’Accademia della Crusca, sotto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica, con il fine di diffondere il pensiero e l’opera di Dante. E’ un’associazione che sta cercando di ampliare il proprio raggio di azione e, per questo motivo, ha creato delle “filiali” sia nel Meridione d’Italia che a Grosseto ed in alcune altre realtà.

Già qualche idea su cosa fare?

Vorrei premettere che non lascerò di certo la mia attività di studio dell’opera di Dante. La mia idea, in questo momento, è quella di organizzare una edizione provinciale ed una regionale del Festival Dantesco con dei pass per la finale nazionale. Ma è un’idea ancora embrionale.

E nel tuo prossimo futuro quali iniziative?

Il ciclo di incontri che terrò in Biblioteca e che potrebbero trovare la loro conclusione in occasione della manifestazione del Libro che si terrà a Novi, con una recita integrale dei Canti dell’Inferno in Piazza Dellepiane. L’evento è ancora allo studio dell’Assessore alla Cultura del Comune, Cecilia Bergaglio. Nel mese di marzo, riprenderanno gli incontri che, ormai da alcuni anni,teniamo nella Biblioteca Civica di Serravalle, organizzati da Benito Ciarlo. A Serravalle si è costituito un bel gruppo, circa una ventina di persone, qualche giovane, soprattutto adulti. Un risultato importante se pensiamo che tante iniziative non raccolgono un numero simile di adesioni.

Tu sei noto, però, per avere imparato i Canti di Dante a memoria. Una faticaccia, vero?

Vero, so a memoria circa 50 Canti, tutti quelli dell’Inferno e qualcuno del Purgatorio e del Paradiso. Cerco di impararli tutti ma tenendo sempre presente quelli già assimilati, per non dimenticarli. Certamente questo studio comporta degli sforzi, anche dei sacrifici. Diciamo che ci vuole molta passione e tanto impegno. Oltre allo studio a memoria dei Canti della Divina Commedia è necessario, poi, approfondire tanti altri aspetti della vita di Dante, leggerne i saggi, capire il mondo in cui ha vissuto. Perchè ho sentito di dovere imparare a memoria i Canti? Perchè ho capito che solo così potevo compenetrami nel pensiero dell’autore toscano. Chiaramente il passo successivo era trasmetterlo ad altri in quanto, diversamente, sarebbe risultato tutto inutile.

Che cosa ti ha attirato nell’opera di Dante?

Diciamo la semplicità nascosta dietro la complessità della sua opera. Nei suoi scritti si scorge tutto quello che ogni uomo aspira poi ad essere, tutto quello che l’uomo può desiderare. Io dico che Dante, con la semplicità delle parole, ha portato la luce delle stelle perchè con la passione, la forza e la Fede ha dato un volto più bello a tutto il mondo.

Secondo te qual è il messaggio che ci lascia Dante?

I messaggi, per la verità, sono tanti. Quello sicuramente più importante che la cultura è universale e non deve essere intesa solo come valore ma anche come un aiuto a vivere la quotidianeità, in quanto ci dà una speranza in più. Questo messaggio, se compreso dai giovani, può costituire un punto fondamentale per la nostra società e per il nostro futuro. Perchè. amando la cultura, si può avere una differente visione della vita, improntata anche al cambiamento, al voler fare, all’essere migliori.

Sono terminate le iscrizioni. Per te è importante che un ragazzo frequenti un indirizzo del Liceo e perchè?

Importante per chi ama studiare. Non posso chiaramente parlare per tutti gli indirizzi ma, per quanto riguarda sia il Classico che quello delle Scienze Umane c’è un ambiente ideale, in cui si cresce sia culturalmente che come persone, in un ambiente molto bello e stimolante. Comunque, in un contesto più ampio, consiglio certamente di scegliere un indirizzo liceale perchè offre spunti molto interessanti e che possono dare una svolta alla vita.

Maurizio Priano

20 febbraio 2015

 

Exit mobile version