Site icon Oggi Cronaca

La strana gestione del canile di Tortona: 122 euro per restituire un cane ai proprietari…


Egregio Direttore,
desidero portare all’attenzione pubblica e soprattutto a quella del Sindaco di Tortona il tema della gestione del canile comunale e, in  particolare, l’attività di recupero dei cani di proprietà vaganti.
Forse non tutti sanno che il Canile di Tortona chiede la “modica” cifra di 100 euro + IVA a cane per la restituzione del proprio amico  a quattro zampe. Naturalmente il canile non fa altro che applicare  le disposizioni comunali, ma viene spontaneo domandarsi quale sia la  reale finalità dell’amministrazione.
L’attività di recupero dei cani da parte del canile sembra essere  l’ennesima opportunità di fare cassa sulla pelle, in questo caso,  dei cani e dei loro padroni. Non importa che il cane sia dotato di  microchip e di medaglietta con tanto di nome e numero di telefono.
Se viene intercettato da vigili o accalappiacani e finisce al canile bisogna sborsare la suddetta cifra, che si intende per un cane  docile che si fa catturare senza opporre resistenze, altrimenti il prezzo, “ovviamente”, raddoppia. E tutto questo ogni volta che si ha  la sfortuna di smarrire il proprio cane.
E se malauguratamente il cane viene catturato nel weekend, esso non  verrà restituito, ma tenuto in ostaggio fino al lunedì successivo  costringendo i padroni a chiedere permessi al lavoro per poterlo
riavere e causando dunque ulteriori disagi. Un riscatto in piena regola.
E che dire del povero animale che subisce il trauma di venire prelevato con la forza da estranei e rinchiuso in una gabbia per ore  e ore in un ambiente sconosciuto?
Non c’è alcun dubbio sul fatto che spetti al padrone vigilare sul cane e impedire che se ne vada in giro da solo con la possibilità di  creare situazioni di pericolo per se stesso e per gli altri.
Tuttavia talvolta può succedere di smarrirlo, specie quando si ha a che fare con cani poco territoriali con un radicato istinto per la  perlustrazione, davvero difficile da contrastare, ma che sono anche
in grado di tornare a casa in autonomia.
Gestori di canili e padroni di cani non dovrebbero aiutarsi a vicenda per il bene dei nostri amici animali? Che senso ha promuovere l’adozione di cani di canile, cercare di sensibilizzare  l’opinione pubblica sull’importanza di scegliere un cane in difficoltà e poi punire quelle stesse persone che hanno dato il loro contributo in tal senso?
Di certo provvedimenti del genere non sono finalizzati al benessere degli animali, ma al contrario creano situazioni davvero spiacevoli e frustranti, che vengono vissute come delle vere e proprie  vessazioni da chi le subisce.
Si fa tanto per sensibilizzare tutti sul rispetto e sull’amore per gli animali e poi proprio chi dovrebbe avere a cuore questi temi si mette a lucrare sulle difficoltà e sugli imprevisti a cui alcuni padroni di cani possono andare incontro nella propria esperienza.
Questa sanzione comminata a chi ha smarrito il proprio cane appare davvero ingiusta ed esagerata per il tipo di colpa che viene riconosciuta. Soprattutto perché ci si ritrova davanti a persone che
non vogliono proprio saperne di provare a capire le difficoltà dei padroni o le motivazioni che hanno portato a smarrire il proprio cane, né sono minimamente preoccupate di quanto una cifra del genere possa gravare sul bilancio familiare di alcune persone, un atteggiamento che non si addice molto a cinofili e amanti degli animali.
Se si avesse la certezza che quei soldi venissero utilizzati interamente per il canile e per il bene degli animali sarebbe un po’  più facile da digerire forse. Ma è lecito che sorgano dei dubbi visto le ultime tendenze italiane di cui le cronache tristemente raccontano.

E viene anche da chiedersi se è lecito che la gestione di un canile comunale venga affidata ad una società di capitali, una  decisione già fortemente criticata in altre città piemontesi. Chi vigila sull’operato dell’Adigest?

In questa vicenda la domanda sorge spontanea: si tratta dell’ennesimo balzello fatto pagare ai cittadini?

Lettera Firmata


8 febbraio 2015

Exit mobile version