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La Cgil preoccupata per la vicenda Ilva di Novi: quali prospettive per l’indotto?


Raffaele Benedetto

In questi giorni si vedono nella nostra provincia camion che percorrono a passo d’uomo le strade o che presidiano le zone adiacenti l’ILVA.

La vicenda, che è riferita ai crediti vantati dalle aziende di trasporto nei confronti del colosso siderurgico, è stata riportata su diversi organi di stampa locali e nazionali.

Siamo in presenza di Aziende, quasi tutte collocate nel territorio di Novi Ligure, che da 7 mesi non ricevono pagamenti per le fatture già emesse e sulle quali è già stata anche pagata l’IVA (oltre il danno, la beffa!).

Come si può pensare che un’insieme di aziende di autotrasporto seppur forti e importanti come quelle del novese   continuino a svolgere dei servizi senza ricevere in cambio il dovuto col quale acquistare materie prime per far girare le ruote dei camion?

Siamo di fronte ad una realtà dove in questi anni di crisi mordente e di un aumento esponenziale e sconsiderato delle materie prime come ad esempio il costo del gasolio, pur di tenersi il lavoro le Società di autotrasporto si sono viste ridurre i prezzi dei servizi svolti. E che ad oggi risultano non pagati.

Almeno fino a qualche settimana fa, come categoria del sindacato dei lavoratori dipendenti dell’autotrasporto FILT CGIL, alla cui sigla sono associati diversi lavoratori dipendenti di quella zona, non avevamo situazioni di licenziamenti, mancati versamenti di stipendi, richieste di cassa integrazioni guadagni o in deroga oppure chiusura totale delle Aziende.

In questi ultimi giorni invece ci ritroviamo di fronte a situazioni dove alcune delle piccole aziende hanno già cessato l’attività con conseguente perdita del posto di lavoro dei dipendenti mentre le aziende medio grandi hanno dato fondo alle ferie residue dei lavoratori per poi poter accedere agli ammortizzatori sociali.

Cominciano ad esserci troppi interrogativi sulla vicenda. Le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti che sono al fianco delle aziende per le quali lavorano, cominciano ad assumere un tono drammatico “ci saranno pagati gli stipendi? Avremo un futuro nella nostra città come autisti?”

Le uniche poche certezze ad oggi, tutte negative, sono che le Aziende sono allo stremo anche perché come noto, le banche non rilasciano più finanziamenti come qualche anno fa e che siamo di fronte ad una realtà che se non si sblocca, rischia di implodere lasciando oltre 250 famiglie senza lo stipendio.

 

Vorremmo scongiurare ulteriori licenziamenti e ricorsi ad ammortizzatori sociali e pertanto chiediamo alle Istituzioni locali, agli Onorevoli eletti nella nostra provincia indipendentemente dalla loro collocazione politica e a Sua Eccellenza il Prefetto di Alessandria, di fare pressione sul Governo affinché si possano riconoscere alle aziende di Autotrasporto, subito nell’immediato, i crediti vantati che garantirebbero sia i posti di lavoro che la sopravvivenza delle Aziende stesse.

Crediamo che sia finita l’epoca dei proclami e che ci si debba rimboccare le maniche tutti ed in maniera concreta per poter uscire davvero da questa crisi che giorno dopo giorno miete vittime non solo in termini di posti di lavoro.

Non serve dire che si cambia per non cambiare nulla.

Non servono leggi atte a tagliare posti di lavoro ma dei provvedimenti che possano rilanciare con forza l’economia del nostro Paese.

La FILT CGIL di Alessandria è solidale con le Società di Autotrasporto e i Padroncini che con i loro dipendenti stanno presidiando da oltre 20 giorni i cancelli dell’ILVA.

Se la vicenda dovesse peggiorare e se non si dovessero ricevere risposte positive dal Governo, saremo al loro fianco sui cancelli in difesa dei posti di lavoro mettendo in campo anche iniziative, democratiche e nel rispetto delle norme di legge, a coinvolgimento dell’intero comparto dell’autotrasporto di tutta la provincia di Alessandria.

Raffaele Benedetto Segretario Generale

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