Ma se la matematica non è un’opinione, in tutto questo c’è qualcosa che non torna. I conti, ad esempio.
Prima una verde speranza…
“E’ il primo bilancio a debito zero: per mezzo di riforme strutturali molto importanti siamo riusciti a salvare i conti della Regione” (1)
Era il 3 maggio 2013 quando il Governatore del Piemonte, Roberto Cota, con queste rassicuranti parole annunciava le intenzioni della sua giunta di “dare certezze e un po’ di speranza ai Piemontesi” (2) come diceva il suo vice, nonché assessore al Bilancio, Gilberto Pichetto Fratin.
Sempre lui, enfatizzava come quello appena approvato fosse “un bilancio con assoluta certezza di copertura, che non crea nuovo debito e che ci permette di riequilibrare i conti della Regione, recuperando le passività pregresse” (3)
Il piano di rientro della sanità di circa 560 milioni di euro
I tratti salienti, illustrati dall’assessore Ugo Cavallera, riguardavano la revisione della rete ospedaliera, la riorganizzazione delle dotazioni organiche per svolgere al meglio le attività territoriali, l’aumento della quota di ultra65enni in assistenza domiciliare dal 3,2 al 4% e di circa 1100 posti letto nelle strutture di continuità assistenziale, la creazione di tre nuovi centri di assistenza primaria (CAP) all’anno, un più efficiente sistema degli acquisti attraverso la centralizzazione, l’integrazione delle reti logistiche, la riduzione del 2% dei costi di erogazione ai privati, la revisione della spesa farmaceutica con maggior utilizzo di farmaci generici.
E tutto questo, incluso nel “pacchetto” del bilancio a debito zero. Ma è andata proprio così?
(1) (2) (3) Il primo bilancio della Regione a debito zero http://tinyurl.com/lf369lb
….. e poi? Profondo rosso?
Secondo il sito governativo soldipubblici.gov.it la spesa sanitaria in Piemonte, nella sola voce dei trasferimenti in conto capitale ad aziende sanitarie, nel 2014 è balzata ad una incidenza pro capite di 58,12 euro, contro i 12,09 dell’anno precedente. La stessa voce, ma per trasferimenti verso le aziende ospedaliere, è di “soli” 9 milioni 765mila euro in totale per il 2014, 7 milioni 376mila nel 2013.
L’impennata dei trasferimenti alle Asl, rispetto all’anno precedente, è notevole: nel 2013 i pagamenti registrati alla stessa voce contabile erano di poco inferiori ai 53 milioni di euro. Cosa può essere successo nello scorso anno?
Nel settembre 2014 (quindi sotto la gestione Chiamparino) si è verificato un pagamento di 200 milioni circa a favore delle Aziende Sanitarie, contabilizzato alla voce Codice Siope 2237, che, tradotto dalla codifica impiegata nei conti pubblici, si può riferire ad “erogazioni di risorse finanziarie effettuate non a fronte di controprestazioni”. Sono da ricondursi sotto tale categoria tutti i contributi, le assegnazioni e le sovvenzioni destinati al finanziamento, ivi comprese le erogazioni per ripiano debiti pregressi.
Quindi i 200 milioni del piano di rientro evidenziati nel discorso di Cavallera, all’intervento riportato precedentemente, sono questi? Certo, potrebbero esserli, ma allora, come mai nel 2013, sotto la stessa voce, non vi è traccia degli altri 160 milioni?
Annamaria Agosti
4 febbraio 2015