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I medici tortonesi: “Ecco i servizi minimi per evitare la chiusura dell’ospedale di Tortona”

commissione sanità - ISenza rianimazione, terapia intensiva e cardiologia l’ospedale di Tortona muore. Questo dicono i medici in servizio al nosocomio e gli esperti della sanità tortonese che hanno stilato un documento sui servizi minimi indispensabile per garantire un furto all’ospedale cittadino.

Il documento è stato presentato lunedì pomeriggio nell’ambito della riunione della commissione sanità presieduta da Antonello Santoro.

“Il documento – ha detto il sindaco Bardone – non significa rinunciare al Tar, ma semplicemente mettere in preventivo che, nel caso in cui passasse la linea di Chiamparino, questi sarebbero i servizi minimi di cui il nostro ospedale ha bisogno e sotto i quali non può scendere.”

I servizi minimi per tenere in vita l’ospedale di Tortona, a detta dei medici che vi lavorano o vi hanno lavorato come l’ex Primario Riccardo Prete, oltre al mantenimento del Pronto Soccorso, già previsto ne piano sanitario, sono: il mantenimento delle unità operative con letti di cardiologia, di terapia intensiva e rianimazione eventualmente anche senza primario, l’attivazione di un’area di terapia sub intensiva con il mantenimento dei 6 posti letto attuali in grado di supportare le attività chirurgiche e cliniche, il mantenimento di unità di neurologia tramite letti destinati al recupero funzionale, il potenziamento della Chirurgia con riconoscimento del Polo Chirurgico Oncologico e il mantenimento del reparto di otorino, il potenziamento della Medicina generale con funzioni di supporto di tipo riabilitativo, un Day Hospital oncologico con assegnazione di una delle due strutture previste nell’Asl di Alessandria, il mantenimento delle medicine dei servizi in una prospettiva di rete aziendale con laboratorio analisi ad indirizzo microbiologico, Radiologia, Anatomia patologia e Trasfusionale nonché l’apertura di un Reparto di Riabilitazione e Fisioterapia con 20 letti.

Questa sarebbe l’unica prospettiva perseguibile in caso di bocciatura del Tar e sotto la quale non bisogna assolutamente scendere, perché senza questi servizi essenziali, l’ospedale di Tortona, secondo i medici, sarebbe destinato a fare la fine di Valenza e chiudere entro breve tempo.

“Questa ipotesi – ha detto il presidente della Commissione Sanità, Antonello Santoro – nasce dall’incontro dei primari avvenuto prima di Natale e parte dal fatto che a tutti i livelli, i vertici della sanità Piemontese sono stati irremovibili sulla scelta di Novi Ligure come sede del Punto nascite e del Dea.”

Tra i vari interventi della serata,molto interessante è stato quello del consigliere Giuseppe Bottazzi che ha proposto di tradurre i contenuti del documento in numeri, calcolando, cioè, quanto risparmierebbe la sanità pubblica attuando questi interventi che ridurrebbero sicuramente la mobilità passiva e soprattutto eviterebbero di spendere soldi pubblici per ristrutturare l’ospedale di Novi Ligure per adeguarlo al Piano Sanitario, mentre quello di Tortona non ha bisogno di adeguamenti.

 2 febbraio 2015

Un momento della riunione

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