Gentile direttore,
Ho letto con interesse l’articolo “
<http://www.oggicronaca.it/sempre-critica-la-sicurezza-a-tortona-il-capitano-ghiorzi-da-alcuni-consigli-per-difendersi/> Sempre critica la sicurezza a Tortona, il capitano Ghiorzi dà alcuni consigli per difendersi”.
A mio parere questa diffidenza (non certo storiella da bar, ma purtroppo ben provata dai fatti, come d’altronde sostiene proprio il capitano) non riguarda direttamente il rapporto cittadino-forze dell’ordine, ma riguarda direttamente quello che accade “dopo” averli contattati.
Mi spiego:
Le forze dell’ordine, quelle che battono il territorio, ovvero le volanti di polizia, carabinieri, finanza e vigili, a livello operativo FUNZIONANO! I reparti che indagano, polizia postale, scientifica più le sezioni di cui non conosco il nome e magari l’esistenza, mi perdonerete l’eventuale ignoranza in materia, FUNZIONANO!
Il problema, per il cittadino che realmente subisce un torto e si rivolge all’autorità si pone nel momento in cui dopo essere stato acchiappato, “chi ha il torto” viene consegnato all’iter giudiziario, che purtroppo NON FUNZIONA e rimette in poco tempo sullo stesso marciapiede vittima e carnefice. Con un’aggravante, ovvero che il carnefice sa che sei tu ad avergli procurato 24 ore di guai.
La microcriminalità vive su questo.
Leggo sul giornale, ormai settimanalmente purtroppo, di delinquenti stranieri processati e rilasciati con il mano il foglio di via. E difficile provare a convincersi che non sia una barzelletta.
Ecco allora che io cittadino, di fronte a ciò che la cronaca definisce reato minore, mi trovo a scegliere tra tenermi l’ingiustizia e un danno economico/materiale magari non troppo rilevante, oppure combattere l’ingiustizia ed avere davanti a casa l’autore del gesto in compagnia dell’allegra combriccola di amici (ed il foglio di via, ci mancherebbe).
25 febbraio 2015