Diventato il prototipo del teatro di narrazione. Ha fondato e diretto la rivista Scenascuola e ha scritto libri per La Nuova Italia, Marsilio, Fabbri, ha insegnato dalle elementari all’Università, convinto che il gioco, nelle sue infinite sfaccettature e profondità, sia il motore del mondo.
Il “Manifesto per una rivoluzione della scuola” sviluppa l’importanza e la serietà lungo gli anni della vita scolastica e non solo, in modo da renderlo produttivo dall’infanzia all’età adulta.
Gioco inteso come approccio creativo alle cose che si fanno per creare all’interno di una comunità un clima di condivisione e di scambio di competenze e di passioni. Rostagno nel libro dice che l’istituzione scuola scricchiola da ogni parte, e che per salvarla,occorre cambiare radicalmente strada. Tutto dipende dal rapporto nuovo che i genitori vogliono e possono creare con i loro figli per dare loro le ali e poi gli insegnanti con i loro allievi per assumersi in pieno il ruolo di creatori del futuro delle nuove generazioni. Il Manifesto per una rivoluzione della scuola è un urlo dolcissimo e dolente tra il passato e il futuro della scuola. E’ la proposta di una rivoluzione possibile, senza lotte, senza imposizioni,nella delizia delle persone che a vario titolo condividono la loro vita con i giovani.
Un testo suddiviso in tre parti con cui fare i conti ,un testo leggibile,sorprendente,originale, a tratti volutamente provocatorio. La prima è un’ecografia della scuola dove si legge come funziona oggi, con le sue luci e le sue ombre. La seconda racconta, senza ricette preconfezionate, come fare la rivoluzione. Parola grossa. Necessaria .Praticabile. Senza morti e senza feriti. Strada percorribile con il sorriso. La terza, l’epilogo, semplice esemplificazione del percorso di realizzazione. La sorpresa: una parentesi di generosa intimità che offre brividi di memoria leggibili come pause o frammenti narrativi.
25 febbraio 2015