viola vittorio -IChe spettacolo insolito, assistere alla ricerca del favoritismo, di quei lasciapassare capaci di sdoganare veline e letterine, armi del popolino e dei dilettanti, di chi vive d’improvvisazione, tanto in politica come nel quotidiano.

Chiedere ad un Vescovo di schierarsi a favore o contro è cosa da evitare, non per “lesa maiestatis” e nemmeno “perché non si fa”, ma semplicemente perché equivale a chiedere ad un padre di prediligere uno dei suoi figli a discapito dell’altro.

Tortona e Novi sono entrambe sotto la diocesi di Padre Vittorio.

Al vertice spirituale della comunità puoi chiedere una preghiera che illumini le scelte, una benedizione delle tue iniziative, tutto ciò che discende dall’Alto nel senso più etereo ed impalpabile, di certo non una interferenza nella politica.

Si invoca tanto una laicità dello Stato, e poi si rincorre la raccomandazione, la telefonata, il “Ci pensi Lei, Monsignore”? Se deve essere “libera Chiesa in libero Stato”, in che “stato” sono, le persone che premono su questo?

 

«Smembreremo tutta la montagna e faremo il resto con l’aiuto di Dio»



 Lo diceva il Santo con le stimmate, Padre Pio, nei sopralluoghi precedenti la costruzione di Casa Sollievo della Sofferenza, tanto per restare in tema di ospedali. L’indegno paragone è solo per significare come noi cittadini tortonesi ce la metteremo tutta, per smembrare la “montagna”, poi, per il resto, non ci resta che confidare nell’aiuto di Dio.

Anzi, ci scusi, Padre Vittorio, se nei Suoi primi passi nella Diocesi ha incontrato vie lastricate di insidie e grattacapi; in realtà, pur essendo tra cattolici, non siamo tutti uguali, nemmeno fra di noi. Non tutti si venderebbero per una raccomandazione, o una spintarella. Nemmeno baratterebbero l’esistenza dell’ospedale con una mercificazione, riducendolo ad uno squallido scambio di favori, o di poteri. E qualora – in un passato più o meno remoto – questo fosse accaduto, preghiamo insieme per queste persone.

 

Lo scaricabile degli organi superiori

 Uno Stato di diritto chiede di far valere le proprie opinioni, e di riparare alle ingiustizie tramite l’arma del diritto, dimostrando attraverso la dialettica forense come fatti ed avvenimenti siano conformi o difformi dal modello indicato dalla legge. A tal proposito, vorrei aggiungere… Vede Chiamparino, non è che i suoi Sindaci hanno firmato il ricorso al TAR per mancanza di fiducia in Lei, non è per via di quelle promesse già infrante o per quelle che rimangono ancora cullate nell’incubatrice dei bei sogni.

E’che si sono resi conto (ed aggiungo, per tempo) che quando c’è da fare dei lavori “sporchi”, si demanda sempre all’omologo terreno dello spirito santo, che a livello nazionale si incarna nel mantra “ce lo chiede l’Europa”, mentre a livello regionale assume la veste del “Roma ci impone”.

Davanti ai conti e bilanci non possiamo più permetterci nemmeno una unità identitaria, perché non siamo più Piemontesi, e nemmeno più Italiani. Siamo solamente sottomessi a qualcuno che sta più in alto. Ed avanti di questo passo, siamo caduti sempre più in basso. Lassù, in alto, riescono ancora a volare solo le nostre ambizioni. Forse per questo, a qualcuno poteva sembrare una buona idea, cercare una raccomandazione “spirituale”. Già che c’eravamo, si poteva lanciare il ricorso al TAR appeso a un palloncino.

Annamaria Agosti

18 gennaio 2015