«Prima il Tar e ora il Consiglio di stato: questa giunta sta scegliendo di far passare la politica sanitaria piemontese attraverso le aule dei tribunali».
E’ veramente singolare che a dirlo (due anni fa) fosse l’attuale vice di Chiamparino ed assessore al bilancio, Aldo Reschigna. Una sorta di incarnazione terrena del “Chi la fa, l’aspetti”. O forse qualcuno ha pensato alle proverbiali conseguenze del predicare bene?
Cambio colore ma non indirizzo
Lodevole come i 40 Sindaci del distretto sanitario ci abbiano provato, per l’ennesima volta, a percorrere la via politica, l’estate scorsa a luglio, quando chiesero un confronto alla Regione Piemonte ed alla neo insediata Giunta di sinistra guidata da Chiamparino, riguardo la chiusura del punto nascite di Tortona, chiedendo di rivedere quella decisione politica (presa dalla giunta precedente, di centrodestra) che andava, di fatto, in contrasto con le conclusioni formulate da un’apposita commissione tecnica di esperti che aveva rilevato molteplici “deficit” (10) presenti nella struttura di Novi Ligure, contro due soli elementi di criticità a Tortona. Non si hanno notizie recenti di questo documento sottoscritto da tutti i Sindaci. Che ne è stato? Se ne sono forse perse le tracce, nei corridoi ed archivi dei palazzi di potere?
Se la Giunta Cota non è mai esistita, perché le sue delibere dovrebbero essere valide?
Sappiamo tutto come mai, il 25 maggio scorso, siamo tornati a votare per il Consiglio Regionale, in quella tornata elettorale che decretò Chiamparino nuovo Governatore del Piemonte.
I risultati delle elezioni del 2010, da un punto di vista giuridico, sono stati interamente cancellati.
Secondo un interessante articolo di Andrea Carapellucci, avvocato in Torino, PhD in Diritto amministrativo, la sentenza che ha disarcionato Cota, avendo effetto retroattivo, non poneva semplicemente termine al mandato della Giunta e del Consiglio regionale a decorrere dal 10 gennaio 2014, ma lo cancellava fin dall’inizio. Come non fosse mai esistito.
Cosa significa questo? Quali siano le conseguenze dell’annullamento del voto su tutti gli atti adottati dalla Giunta e dal Consiglio negli ultimi quattro anni non è del tutto pacifico e dipende essenzialmente dalla natura dei singoli atti. Le leggi regionali e i regolamenti, con ogni probabilità, devono ritenersi comunque validi. Le nomine (a cominciare da quelle degli assessori), i piani, le autorizzazioni, i provvedimenti adottati dalla Giunta, dagli assessori e dal presidente potrebbero essere più agevolmente contestati in quanto adottati da persone che ricoprivano “abusivamente” la loro carica. Ed il riordino della Sanità che stabiliva la chiusura del punto nascite di Tortona era formulato come delibera di giunta.
In linea generale, un atto amministrativo può essere contestato solo entro un breve termine (30, 60, o 120 giorni), trascorso il quale, anche se illegittimo, diventa “inoppugnabile” (solo la stessa Amministrazione può rimuoverlo). (4)
Quindi, per far tornare il Punto nascite a Tortona, basterebbe una delibera di Giunta Regionale che annulli la precedente….?
Comunque sia, la morale è sempre quella: che il Governo del Piemonte sia di destra o di sinistra, l’ospedale di Tortona era, e tutt’ora rimane, inviso a tutti.
Gli stessi Tortonesi che avrebbero apprezzato una azione, anche non eclatante, quando la politica era ancora in tempo per salvare la propria credibilità di fronte ad un intero territorio, adesso si stanno ribellando.
Annamaria Agosti
(4) 7 domande e 7 risposte sul caso-Piemonte http://tinyurl.com/qzyappt
27 gennaio 2015