Un carisma da cardinale, forse addirittura da Papa. Quello che colpisce nel nuovo vescovo di Tortona è la radiosità che emana in ogni suo gesto, la serenità e il sorriso verso la gente.
Un’impronta francescana che traspare in ogni sua azione.
Tortona aveva davvero bisogno di un vescovo come quello che è entrato in Cattedrale domenica pomeriggio. La chiesa tutta avrebbe bisogno di sacerdoti così semplici, ma al tempo stesso di una profondità umana e cristiana da far rabbrividire i fedeli e dare un segno anche a chi si è allontanato dalla religione o forse non vi ha mai creduto.
Il nuovo vescovo di Tortona, Padre Vittorio Viola, che ha scelto di non farsi chiamare monsignore, è disarmate nella sua semplicità, e al tempo stesso portatore di una profonda fede.
Questi i sentimenti che ha suscitato padre Viola nelle migliaia di tortonesi che lo hanno accolto con un vero e proprio bagno di folla, per quella che è stata un domenica di grande importanza per la città di Tortona e non solo dal punto di vista religioso.
L’arrivo del vescovo era fissato per le 15,45, ma già alle 14,30 la cattedrale, appena aperto i battenti è stata occupata in ogni ordine di posto.
Ad arrivare per primo, scortato dai carabinieri a bordo di una Bmw è stato il cardinale Angelo Bagnasco che è sceso ed è andato a prepararsi.
Tutti aspettano Padre Vittorio Viola uscire dal portone della Curia vescovile, insieme ai vescovi e al cardinale Bagnasco: gli sguardi sono tutti verso quel portone, quando davanti all’ingresso del Duomo si ferma un punto bianca dalla quale sbuca lui: il nuovo vescovo di Tortona.
Padre Viola esce col sorriso sulle labbra, radioso, saluta i fedeli e poi si dirige verso il sindaco Gianluca Bardone e lo abbraccia calorosamente.
Nel frattempo da palazzo vescovile si muove tutta la congregazione religiosa: uno stuolo di vescovi guidati dal cardinale Bagnasco. Tutti si fermano all’ingresso: davanti, in prima fila Bagnasco e Viola ascoltano le parole di Bardone: un discorso lungo, quello letto dal sindaco che si emoziona persino. Un discorso così dettagliato che quando padre Viola prende la parola non può fare a meno della battuta: “manca solo l’orario dell’anagrafe e poi mi ha detto tutto” dice sorridente, rivolto al rivolto al primo cittadino.
Poi c’è l’ingresso in cattedrale dove il nuovo vescovo viene accolto da uno scroscio di applausi e persino da urla di gioia.
Inizia la lunga cerimonia religiosa, un rito a tratti eccessivamente lungo, poi arriva l’omelia e qui, il nuovo vescovo dimostra tutta la sue verve francescana.
“Come state? – Dice rivolto ai fedeli – mi spiace che molti di voi siano in piedi”. Dopo aver ringraziato religiosi, sacerdoti, politici ed autorità varie presenti entra nel vivo dell’omelia: “la politica – aggiunge padre Viola – è una forma alta della carità. Sono tempi difficili ma questa è una cosa bella perché ci offre l’opportunità di essere bravi cittadini e io lo sarò se mi ricorderò dei poveri, di chi ha perso il lavoro, di chi ha la casa invasa dal fango, perché dobbiamo metterci al servizio delle persone.”
“Dopo 29 anni ad Assisi – ha aggiunto il nuovo vescovo – la chiesa di Tortona è la mia terra promessa, ma c’è qualcosa di più grande in tutto questo ed è lui: Gesù Cristo. Dobbiamo prendere sul serio il tempo che scorre e pensare e che il desiderio di poter incontrare nuovamente Gesù possa cambiare la nostra vita.”
Una professione di fede forte ed intesa verso Gesù, il dio che si è fatto uomo come noi.
Poi la messa è proseguita fino al termine quando Padre Viola ha dato appuntamento ai fedeli per lunedì 22 dicembre alle 21 quando incontrerà in una veglia di preghiera tutti coloro che verranno in cattedrale.
Dopo la messa il nuovo vescovo ha voluto incontrare tutti: dai politici, alle forze dell’ordine fino all’ultimo fedele: “Ho tempo fino a domattina alle 8, venite in seminario e vi saluto uno ad uno” ha detto al termine della funzione religiosa del suo insediamento e così è stato.
In seminario c’è stato l’ennesimo bagno di folla. Il contatto con padre Viola ha rafforzato ancora di più la nostra convinzione: siamo di fronte ad un grande sacerdote e un grande uomo, una persona di grande intensità e di un carisma straordinario che infonde pace e serenità a tutti coloro che sono in sua presenza. Il suo sorriso radioso e luminoso lo rendono un sacerdote completamente diverso da tutti gli altri: è una cosa che si nota immediatamente.
Crediamo, purtroppo per noi ma per fortuna della chiesa, che a Tortona rimarrà ben poco, giusto qualche anno, perché uno così merita di salire ai gradini più alti dell’ambito religioso e glielo abbiamo anche detto, perché la positività che sa infondere merita un palcoscenico globale e non può essere solo circoscritta.
14 dicembre 2014