La figura di questo grande abitante di Solero è ben conosciuta nel mondo della musica, una figura eccezionale la quale ha portato il nome della nostra città nel mondo dei suoni attraverso le ineguagliabili chitarre, uscite dalle sue sapienti mani. Il comune di Solero è ricocente a questo figlio capace di tanta perizia, ha indetto concerti, pubblicati libri in memoria di Pietro Gallinotti
Parlare di Pietro Gallinotti non è semplice! Chi lo ha conosciuto, anche solo un momento, ha impresso la sua serena visione dell’esistenza umana, un uomo dolce, paziente; del resto per dare voce a legni, seppur pregiati, occorre uno spirito, per così dire, fuori dal comune.
Scrivere sulla sua persona è sempre commovente, è una rilevante emozione nel ricordare la sua innata serenità, espressa in ogni piega del suo volto aperto, confidenziale, legato alla musica, un discorso inesauribile, rispecchia il suo mestiere formato in decenni dall’opera delle sue mani, un mestiere appreso con amore, forse inconsciamente.
Giovanissimo ha imparato ad apprezzare il legno, inizian a lavorare, con questo magnifico materiale, regalato dalla natura a Saluzzo, laddove si fabbricano i vagoni ferroviari a quel tempo costruiti interamente in essenza.
La sua Solero gli manca. È attaccato alla sua terra finché decide di lasciare la Siena del Piemonte per tornare al paese natio dove predispone il laboratorio al servizio della musica, impegna costantemente la sua perizia alla costruzione delle chitarre, strumento assai più mansueto del violino.
Quest’ultimo ha un’anima perversa, cerca la perfezione nell’esecutore, non perdona gli involontari errori: stride, premia esclusivamente la bravura di chi lo abbraccia.
La chitarra non è così!
La chitarra è più mansueta, proprio come è stato lo sguardo di Pietro, sempre nitido, sorridente, dalle mani agili, impegnate ad impugnare la minuscola pialla, il bulino per predisporre quelle scanalature da incastonare le fasce.
Tutta la sua produzione di altissimo livello artigianale, è un’arte innata nel saper dar voce, o meglio la parola ad un semplice pezzo di legno, seppur pregiato.
Solero ha avuto in questo suo figlio un uomo capace di leggere le venature delle varie essenze proposte dalla natura, saperle comporre, mescere, apprezzarne i difetti, unire a loro colle, vernici, assemblate in maniera da consegnare allo strumento uscito dalle sue mani il più bel suono possibile da proporre alla Musica lo strumento, il suo strumento, il più perfetto possibile.
Franco Montaldo
10 dicembre 2014