Il fatto che nessuno di noi possa dirsi al sicuro neppure tra le mura domestiche, con finestre e porte sbarrate e un cane di guardia in giardino, apre forti interrogativi su quello che è diventata l’Italia, e in piccolo la nostra provincia e la città di Tortona.
La reazione di Filippo Marchesotti che si è avventato contro i ladri con una sedia seppur coraggiosa, è lo specchio di un’esasperazione che sta coinvolgendo tutti.
E qui non si tratta di dare la colpa alla crisi, agli immigrati, o a chicchessia, il problema è un altro e riguarda la sicurezza in generale e soprattutto i furti.
Mentre scriviamo ci arrivano notizie di una serie di furti messi a segno a Sarezzano: gli ennesimi di una situazione sempre più grave e sempre più esplosiva e che probabilmente rimarrà tale fino a quando le misure repressive non verranno inasprite.
E non ci riferiamo a carabinieri, poliziotti, vigili, agenti vari perché, esclusa una piccola minoranza, il loro dovere lo fanno; ci riferiamo alle norme di legge che in Italia sono troppo blande e permissive e non costituiscono un deterrente.
Fino a quando sentiremo gli stranieri che invitano i loro connazionali a venire in Italia perché “qui si può rubare e non si va in carcere” il problema non potrà mai essere risolto.
Purtroppo queste sono questioni di rilevanza nazionale che esulano dalle competenze di sindaci e amministratori locali, tuttavia come giornale noi possiamo evidenziare la situazione e, al limite, proporre qualche piccola soluzione che però rappresenta solo un palliativo o un piccolo tampone ad una grave carenza strutturale di sicurezza che esiste nelle nostre città.
Quali soluzioni è difficile dirlo, ma di certo i sindaci, qualcosa nel loro piccolo forse possono fare.
Potrebbero incentivare i controlli da parte delle forze di polizia, oppure l’uso di strumenti deterrenti come le telecamere, o ancora effettuare campagne di sensibilizzazione, ma si tratta di gocce nel mare perché – come abbiamo visto a Castellar Guidobono – i ladri entrano in casa senza scrupoli.
Però è sicuramente ora di dire “basta” a questa situazione, magari iniziando dal basso, con piccole manifestazioni di protesta, oppure coinvolgendo i pluristipendiati politici locali, in modo che si facciano carico di segnalare il problema. Se le masse si mobilitassero e se tanti politici facessero pressione sul governo, chissà, forse qualcosa potrebbe cambiare.
Solo così, crediamo, sarebbe possibile invertire la rotta, altrimenti il 2015 sarà un altro anno dove banditi e malviventi la faranno da padrone e noi poveri cittadini, saremo costretti, per l’ennesima volta, a metterci a 90 gradi, aspettando il furbo di turno alle nostre spalle.
Buon anno!
31 dicembre 2014