Che il momento sia di quelli molto particolari lo si capisce subito: raramente, infatti, abbiamo visto i sindaci dei 40 comuni del territorio salire su un pullman dirigersi a Torino senza appuntamento con nessuno con la speranza di farsi sentire dal presidente della Regione e dall’assessore regionale alla sanità, ma si tratta di muoversi per salvare l’ospedale, quindi ogni azione è lecita.
Il pullman è stato organizzato dal sindaco di Pontecurone, Ernesto Nobile, col benestare di Gianluca Bardone.
Nobile invita tutti i 40 sindaci e tutti i giornalisti locali, ma alla fine soltanto noi e la corrispondente de “La Stampa” saliremo su quel pullman. Gli altri preferiscono restarsene a casa.
Duplice la motivazione che ci spinge a seguire i sindaci: da un lato vogliamo essere al loro fianco in questa battaglia per la difesa dell’ospedale per raccontare ai lettori i minimi particolari di quello che succederà, dall’altro vogliamo avere “il termometro” della situazione, capire se i sindaci lo fanno con convinzione e se Chiamparino e Saitta, nel caso in cui decidessero di incontrare i sindaci, risponderanno con frasi di circostanza o se credono veramente in quel che dicono. Se esiste, insomma, una certa seppur flebile possibilità di cambiare il Piano Sanitario e certe le cose le capisci solo se partecipi, se parli con Saitta e Chiamparino, se stai a contatto con i sindaci perché solo il contatto con le persone ti fa capire tutto questo. Non puoi fidarti di un reportage fatto da chi era presente: in ceti la partecipazione è d’obbligo.
E’ con queste motivazioni che alle 7,30 di martedì saliamo sul pullman che ci porterà a Torino.
Con noi oltre alla giornalista già citata, anche la portavoce del sindaco Gianluca Bardone, 27 primi cittadini, il presidente del Consiglio comunale di Tortona Claudio Scaglia, un consigliere di maggioranza e trei di minoranza.
PRIMO INTOPPO ALL’INGRESSO
Inizia le proteste e dopo alcuni minuti di discussione e aver minacciato fuoco e fiamme, l’addetta chiama la sicurezza e ci fanno entrare senza discussione.
I quasi 40 amministratori occupano tutta la platea destinata al pubblico, mentre inizia la seduta.
E qui arriva il primo diktat: gli uomini devono tenere la giacca, come in Parlamento e se non hanno la giacca il giubbotto pesante: in camicia o maglione non si può stare e il personale della Regione con l’etichetta è rigoroso.
NIENTE FOTO DAL PUBBLICO
Naturalmente provvediamo subito, ma saremo gli unici perché la delegazione può usufruire di un solo accredito.
Non c’è scritto da nessuna parte, ma chissà perché agli l’accredito non viene concesso.
Nel frattempo inizia la seduta.
Entra una scolaresca, rimane dentro per qualche minuto e il presidente del Consiglio li saluta, poi ne entra una seconda e nuovamente riceve il saluto del presidente.
Nessun saluto invece ai sindaci del Tortonese, chissà perché.
IL PUBBLICO NON PUO’ ALZARSI E ARRIVA LA MERKEL
Ernesto Nobile, nel frattempo, contatta il consigliere regionale del PD Walter Ottria al quale chiede di fare da mediatore presso Saitta e Chiamparino al fine di ottenere un incontro anche se non era stato preso alcun appuntamento. Nobile e Bardone sono in prima fila e Ottria fa la spola tra la balaustra dove è seduto Nobile e il suo posto da consigliere regionale.
Sono ormai passate due ore mezza e i sindaci presenti si chiedono cosa succederà. Ci avviciniamo a Nobile per capire il susseguirsi e quando ritorniamo al nostro posto veniamo avvicinati da una simpatica dipendente regionale, bionda e piuttosto robusta: sembra la Merkel e con lo sguardo tutt’altro che bonario ci avvisa che il pubblico non può alzarsi dalla sedia e girovagare tra i 50 posti a sedere ma deve rimanere seduto dove si trova e può alzarsi solo per uscire.
Quando capita nuovamente la seconda volta veniamo fermati dalla sicurezza che ci impone di restare al nostro posto altrimenti la “Merkel” e la sua collega verranno sonoramente “cazziate” perché non aver fatto rispettare le norme.
Cerchiamo di spiegare che si tratta di un avvenimento speciale e che non capita tutti i giorni di vedere oltre 30 sindaci con fascia tricolore seduti tra il pubblico, ma niente fare: il Protocollo è sacro e deve essere rispettato.
L’addetto alla sicurezza è inflessibile: manco fossimo di fronte al presidente della Repubblica. Ci salva la campanella, o meglio i sindaci che vista l’ora (le 13,30) decidono di andare a pranzo sgranocchiano un panino alla mena dei dipendenti regionali.
L’INCONTRO E L’IMBUCATA DEI SINDACI ACQUESI
Bardone spiega: siamo qui perché alla lettera dei 40 sindaci ha risposto il capo di gabinetto….. Chiamparino replica: “La lettera? Quale lettera? Io non ho visto alcuna vostra lettera….. Bongioanni (il capo di Gabinetto -ndr) non mi ha dato nulla.”
Neanche il tempo di chiarire il giallo che arriva l’ennesima sorpresa: insieme a noi si sono “imbucati” due sindaci dell’acquese che compaiono dal nulla.
Si siedono al tavolo con Chiamparino e Saitta e dopo la prima esposizione di Bardone sull’ospedale di Tortona, intervengono loro parlando dell’ospedale di Acqui Terme. Uno di loro parla addirittura della sua situazione personale che in questo incontro c’entra come i cavoli a merenda “Ho speso 2.500 euro per curare un mio parente….”
E’ a quel punto che alcuni tortonesi presenti, partono lancia in resta, si inseriscono in una pausa degli interlocutori acquesi e riportano il dialogo sui problemi dell’ospedale di Tortona e Novi Ligure.
Bardone e Nobile sono risoluti e alla fine dell’incontro riescono a ottenere ciò che volevano: un sopralluogo in zona, ma questo lo potete leggere in un altro articolo. No prima però di aver stoppato la proposta di Chiamparino e Saitta di coinvolgere, nel sopralluogo Asl e primari dell’ospedale: “I tacchini non decidono il menù di natale” gli fa eco Nobile e al questione degli interlocutori sembra risolta.
La giornata finisce col ritorno a Tortona: i sindaci salgono sul pullman moderatamente soddisfatti, anche se la strada da percorrere è ancora lunga.
“E’ un’ulteriore possibilità che si apre oltre ai ricorsi – dicono Bardone e Nobile – ai quali non intendiamo rinunciare perché un ricorso, al limite può sempre essere ritirato.” Da come era iniziata la giornata sembra già un piccolo successo.
2 dicembre 2014