testa - Q“ Ho 45 anni, sono un professionista molto stimato ed ho la fortuna di amare il mio lavoro, che svolgo con passione e dedizione da molti anni. Credo di essere un perfezionista, perché esigo molto dagli altri e anche da me stesso e credo che questo rigore prenda parte al mio successo . Difficilmente mi ritaglio degli spazi in cui mi svago veramente poiché la mia mente è sempre molto impegnata a risolvere problemi e nella progettualità professionale.

Da circa due anni, ho iniziato a soffrire di emicrania nel fine settimana, che mi impedisce di svagarmi e di recuperare energie ma, soprattutto,  ostacola il rapporto con i miei familiari e questo mi fa soffrire perché vorrei esser più presente e anche perché mia moglie è arrivata a pensare che non la amo più, proprio perché non riusciamo a vivere piacevolmente il week-end. In realtà io sento di amarla e amo i nostri due bambini. Inoltre, le emicranie quasi svaniscono quando, raramente, riesco a concedermi una lunga vacanza….

… Mi sembra di essere sempre sotto pressione e di dover fare sempre di più e meglio….

..Oltre all’ emicrania soffro di bruxismo”. (Digrignamento dei denti –ndr)

                                                                                          (F. ’69 )



Gentile F.’69, di se stesso mi dice molte cose:

che ama il proprio lavoro al quale dedica gran parte di se stesso, dalle risorse mentali e concettuali a quelle emotive e pulsionali e che ottiene i propri obiettivi e traguardi anche attraverso l’impiego di rigore e tendenza al perfezionismo.

Mi dice anche che ha costruito una bella famiglia, che riesce però a godere raramente, poiché il fine settimana è caratterizzato da forti emicranie.

Mi dice che la sua famiglia soffre insieme a Lei dell’impossibilità di vivere a mente serena i momenti liberi dagli impegni lavorativi.

Mi dice, inoltre, che soffre di bruxismo.

Ciò che non mi dice è che cosa ha fatto sino ad ora per affrontare il problema: se è stata fatta una diagnosi, se assume farmaci ecc. E’ buona prassi partire da una buona diagnosi differenziale, per escludere eventuali origini organiche (quindi un buon rapporto col medico di base è fondamentale).

Inoltre, Lei individua l’esordio del disturbo due anni fa. Sarebbe interessante sapere cosa è accaduto in quel periodo: una variazione nell’ambito lavorativo, la nascita di un figlio, il decesso di una figura relazionale significativa ecc., poiché i sintomi psicologici non si manifestano mai per caso, ma a seguito di un evento innescante. I sintomi, infatti, sono scelti in modo accurato dall’inconscio e sono indicatori di un problema sottostante. Per quanto mi riguarda è alquanto difficile (e anche azzardato), fare psicodiagnosi senza una valutazione diretta (colloquio clinico) che consente di raccogliere tutti gli elementi utili.

Ciò premesso, tuttavia, posso formulare un’ipotesi:

Quella che descrive sembra essere quella che viene volgarmente chiamata “cefalea del fine settimana”, o “cefalea del manager”.

Due anni fa potrebbe essere accaduto un fatto che l’ha, a qualche livello, indotta ad aumentare i livelli di attenzione ed energie fisiche e/o mentali dedicate alla riuscita professionale (una variazione lavorativa, ma anche una più intima e personale, come la nascita di un figlio che alimenta il senso del dovere per il mantenimento, la sicurezza e la protezione della famiglia).

Il 43° Convegno della Società Italiana di Neurologia si è occupato proprio di questa tematica e ha evidenziato che mentre le donne soffrono più degli uomini di cefalea muscolo-tensiva, ben il 70% degli uomini soffre, invece, di cefalea del fine settimana.

Il grande impegno profuso nella riuscita professionale porta ad un accumulo e sovraccarico di stress e di tensione che tende a scaricarsi in modo dirompente proprio al termine della settimana lavorativa.

Il bruxismo, inoltre, appare un sintomo del tutto congruo con questa ipotesi, essendo anch’esso un modo (ahimé disfunzionale) per scaricare lo stress accumulato durante il giorno.

Esistono strumenti e tecniche per riportare l’organismo (inteso come corpo-mente) ad uno stato di equilibrio più funzionale. Strumenti quali, ad esempio, il Training Autogeno di Schultz (spesso vincente sul bruxismo già nella prima settimana di allenamento), tecniche meditative, particolari tecniche di ipnosi ericksoniana, così come il concedersi con costanza un buon massaggio rilassante, aiutano a scaricare lo stress e le tensioni accumulate, preparando l’organismo ad affrontare la quotidianità nel migliore dei modi.

Sono da sconsigliare, al contrario, attività sportive impegnative, che indurrebbero l’organismo ad un accumulo e ad un innalzamento di stress (muscolare, cardiocircolatorio, sistemico) piuttosto che ad una sua dispersione per l’armonizzazione dell’organismo corpo-mente.

Le consiglio, quindi, un confronto col medico di base per i motivi su esposti, e di concedere con costanza a se stesso uno spazio volto alla dispersione dello stress e al recupero delle risorse interiori. Potrà rimanere piacevolmente sorpreso dal considerare questa attenzione a se stesso un valore aggiunto da investire in migliori risultati professionali e personali.

Per rivolgere le vostre domande o per chiedere approfondimenti su argomenti specifici:

                                                         Dott.ssa Maria Grazia Sordi – psicologiaeipnosi@gmail.com

15 dicembre 2014